“Non avevo mai assistito a tanta tensione in dieci anni di attività umanitaria a Goma”. Queste le parole di Francesco Barone, professore universitario all’Aquila
che ha alle spalle 55 missioni in Africa, al rientro anticipato dal Congo a causa delle crescenti tensioni in atto
“Nelle ultime settimane si sono intensificati gli scontri tra l’esercito congolese e i ribelli M23 (Movimento del 23 marzo) – spiega – che secondo Kinshasa sarebbero finanziati dal Ruanda. La situazione è degenerata nella seconda metà di maggio, quando i ribelli hanno raggiunto l’area a circa 15 chilometri da Goma. Il luogo dove Papa Francesco avrebbe dovuto incontrare i fedeli il prossimo 4 luglio”. La visita del pontefice è stata annullata “probabilmente per
ragioni di salute del Santo Padre, ma anche in considerazione della crescente instabilità sociale in cui vive la popolazione del Nord Kivu. Si tratta – ricorda Barone – dello stesso territorio in cui, circa un hanno fa hanno perso la vita l’Ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo per mano dei ribelli della zona. Parliamo di uno dei più cruenti conflitti che, nell’indifferenza generale, dura da almeno 20 anni nell’est della Repubblica Democratica del Congo, nella regione del Nord Kivu”. Barone si è detto preoccupato dalle evoluzioni di questo conflitto “che potrebbe coinvolgere altri Paesi come il Ruanda e l’Uganda. Forte, in tal senso – sottolinea – anche il messaggio di protesta e di dissenso del Nobel per la pace Denis Mukwege, del cui documento di denuncia sono portavoce, oltre che ambasciatore di pace”. Barone descrive una situazione “che sta generando rabbia, frustrazione e paura, come ho potuto constatare personalmente durante la mia recente permanenza a Goma, penso manifestazione di mercoledì scorso lungo le strade del centro di Goma alla quale hanno partecipato decine di migliaia di cittadini per protestare contro l’aggressione ruandese nell’est del Congo”. “Oro, coltan e cobalto – incalza Barone – rappresentano i veri obiettivi dei ‘maestri del male’ e come al solito sono la causa scatenante dei conflitti nel Nord Kivu”.