All’indomani dell’incontro chiesto dal sindaco di Chieti Diego Ferrara con i parlamentari abruzzesi per studiare insieme strategie comuni contro il problema del dissesto idrogeologico l’On. Luciano D’Alfonso avanza alcune proposte.
Ritengo utile il confronto convocato dal sindaco Diego Ferrara che c’è stato ieri a Chieti sull’emergenza determinata dal dissesto idrogeologico in città. Quest’emergenza non si esaurisce con lo svuotamento delle unità abitative che insistono sulla zona rossa oltremodo a rischio, ma piuttosto con la ricollocazione delle stesse in un luogo più sicuro, recuperando la pienezza del diritto ad abitare.Dove verranno ricollocate deve deciderlo il Comune, così come tutto ciò che riguarda l’esercizio della vita e delle attività istituzionali sul territorio, ma per farlo bisogna che ci sia un progetto chiaro e condiviso di delocalizzazione che specifichi il luogo preciso in cui ci si trasferisce, in quanto tempo e con quali risorse finanziarie, così come prescritto dall’art. 2 comma 7 del nuovo Codice di Protezione civile, il cosiddetto Codice Rigopiano. Il primo incontro che occorrerà fare sarà con il capo della Protezione civile, poiché è lui che ha l’interlocuzione diretta con il governo per il trasferimento dei documenti e la definizione dei dossier. E senza dossier di qualità non si può fare un progetto di delocalizzazione non improvvisato che permetterà contenuto alle norme necessarie e imposte dalla gravità della situazione. Le norme primarie ulteriori, di provenienza parlamentare, occorrenti per fronteggiare e superare l’emergenza devono essere le ruote del progetto di ricollocazione abitativa e del congiunto piano di ripristino e risanamento della zona rossa,sapendo della complessità di tutti i fattori ambientali da considerare per essere all’altezza delle responsabilità stabilite dall’ordinamento.Seguirò da vicino l’evoluzione della vicenda per l’affetto che nutro verso la comunità teatina e con la peculiarità dell’incarico che mi è stato recentemente attribuito, quello divicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico. Perquesto seguirò il Consiglio comunale straordinario del 7 aprile e farò da sponda attiva in Parlamento per tutti gli interventi che saranno necessari.Da ultimo, spiace registrare l’assenza della Regione all’incontro di ieri. Farsi rappresentare da un deputato amico non è la stessa cosa del partecipare direttamente o delegare un tecnico. Ma è soltanto l’ennesima dimostrazione di una condotta istituzione che si conferma inappropriata. Comune, Provincia e Regione realizzino cooperativamente la fotografia dei fabbisogni più avanzata possibile per supportare gli organi dell’ordinamento statuale nella messa in campo di norme appropriate e capienti per previsione e prefigurazione della notevole quantità di attività da garantire. Il Comune va aiutato ad ogni livello per evitare che la sua agenda non venga divorata da questa emergenza.