D’Amario su Rete8: “Dobbiamo convivere col Covid per due anni prima che sparisca e arrivi vaccino”

Coronavirus: “Dobbiamo convivere con il Covid per due anni prima che sparisca e arrivi il vaccino”, lo ha detto ieri in “Pronto Medicina Facile” su Rete8, Claudio D’Amario, direttore del dipartimento Salute della Regione Abruzzo che annuncia da lunedì la partenza dei test sierologici.

Il direttore regionale del dipartimento della Salute della Regione Abruzzo, ospite di Paolo Castignani nella trasmissione “Pronto Medicina Facile” su Rete8, annuncia nuove misure per la regione. “Lunedì partono i test sierologici su 5.500 pazienti. Arriveranno 29 milioni per la rete ospedaliera Covid.” D’Amario ha risposto alle tante domande dei telespettatori che hanno telefonato numerosi in trasmissione o mandato mail. “Il lockdown è stata una scelta coraggiosa e impopolare, ma ha dato risultati, il virus sparirà non prima di due anni”. D’Amario ha poi annunciato 29 milioni di euro dallo Stato per la rete ospedaliera Covid, per tutte le spese sostenute e per quelle che verranno sostenute. Di questi, 11 milioni sono stati già utilizzato per l’ospedale Covid di Pescara. Di ritorno da una riunione a Roma, ha poi parlato delle ultime novità e cioè la app  Immuni che tra pochi giorni si potrà scaricare sul sito del ministero della Salute per il tracciamento dei contagi e delle persone potenzialmente positive. Per avere un valore attendibile, almeno il 60% della popolazione dovrebbe aderire a questa app. Da lunedì partirà l’indagine di sieroprevalenza nazionale su 150mila italiani. Alla domanda su come sia arrivato il virus in Abruzzo, l’esperto risponde: “All’inizio la nostra era considerata una regione senza casi. Poi, c’è stato lo spostamento di persone che qui avevano seconde case, come il caso di Roseto, oppure persone che avevano stretti rapporti commerciali con il Nord. A Pescara molti si sono contagiati di ritorno dalle settimane bianche o dalle crociere. Oggi abbiamo ancora le catene innescate a marzo”. D’Amario teme, con le riaperture, gli assembramenti della movida e degli aperitivi e si rivolge ai giovani affinché si mantengano le distanze sociali e fisiche per evitare nuovi contagi e si rispettino le regole.

“Adesso, per fortuna, – dice l’esperto – riusciamo ad arrivare molto prima alla diagnosi. È importante trattare il paziente ai primi sintomi febbrili. L’uso che oggi facciamo della clorochina serve per spegnere il focolaio in modo repentino. Ogni volta che si innesca un singolo caso, va isolato e vanno rintracciate le persone che sono state a contatto con l’infetto. Uno dei sistemi garanzia della Fase 2 intervenire a domicilio, bisogna dunque potenziare i dipartimenti di prevenzione”. Poi risponde all’Inps secondo cui ci sono stati 19.000 decessi in più di Coronavirus non dichiarati: “All’inizio siamo stati eccessivamente zelanti nel comunicare tutti i morti che avevano anche una positività. Ma la causa del decesso si è visto che non era il Covid. Ad esempio, il paziente oncologico che è stato infettato è deceduto perché aveva già un decorso terminale”. Secondo D’Amario bisognerà aspettare tre settimane dopo le riaperture per un primo bilancio ed ha affermato che un dato rassicurante per l’Abruzzo è che oggi si ha un numero di pazienti che vengono curati a domicilio otto volte maggiore rispetto a quelli che vengono curati in ospedale. Circa i posti dove è più facile infettarsi: treni e trasporto pubblico perché non c’è la possibilità di rintracciare le persone non essendoci posti nominativi. Per questo è fondamentale indossare le mascherine. Scelta che ha aiutato, la chiusura delle scuole e l’allungamento dei turni di lavoro per ridurre la concentrazione dei mezzi pubblici. D’Amario consiglia al momento mezzi privati per andare a lavoro. Sulla situazione tamponi: “A livello nazionale la possibilità di avere dei reagenti è garantita per un potenziale aumento di un 30% di quelli attuali. Abbiamo, dunque, la possibilità a livello nazionale e regionale di fare tamponi nei prossimi mesi. L’Abruzzo è autosufficiente per la diagnostica molecolare”. Intanto da lunedì, anche in Abruzzo, partono i test sierologici su 5.500 persone. Non prima di due anni si potrà arrivare al vaccino, conclude l’esperto.

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