Il diritti al divorzio a Fiume, la visita del musicista Arturo Toscanini su invito di Gabriele D’Annunzio e la costruzione del mito del poeta-soldato: sono alcuni dei temi che emergono dagli atti del 46° Convegno d’annunziano dal titolo “D’Annunzio e l’impresa di Fiume. Nuove indagini e testimonianze”.
Atti raccontati oggi in diretta sulla Pagina Facebook del Centro Studi dannunziani presieduto da Elena Ledda che ha presentato il volume insieme allo storico Roberto Chiarini, dell’Università di Milano, autore del libro “ Storia dell’antipolitica dall’Unità a oggi” e al cultore in Storia dei nazionalismi e delle identità all’Università La Sapienza di Roma Federico Carlo Simonelli la cui opera “D’Annunzio e il mito di Fiume. Riti, simboli, narrazioni” è fresca di stampa. Dopo il raffinato catalogo fotografico dal titolo “Fotogrammi della città di vita”, è ora la volta del volume che raccoglie gli Atti del Convegno D’Annunzio e l’impresa di Fiume. Nuove indagini e testimonianze.
“D’Annunzio a Fiume mette in atto un’impresa voluta dall’alto – ha spiegato il professore Chiarini -: D’Annunzio, nella contestazione delle forme democratiche parlamentari, è il personaggio eminente e primo nella storia d’Italia che enuncia pubblicamente, sugli organi di informazione, la sua opposizione agli schemi consolidati, al monopolio della casta ma che ritiene che il riscatto delle plebi sia una illusione. D’Annunzio salda per la prima volta l’idea del rifiuto della democrazia parlamentare e con una dimensione popolare sconosciuta prima. Parliamo di un periodo in cui avviene la discesa in campo del partito socialista che porterà al suffragio universale. Elemento di novità: l’antipolitica-metapolitica: ovvero la politica è disprezzabile ma è una attività che si nobilita in casi particolari come guerre, imprese militari o pandemie”.