Arriva il decreto di Natale: l’Italia sarà un’unica zona rossa per tutti i festivi e prefestivi fino alla Befana, con negozi, bar e ristoranti chiusi, o limitati al servizio di asporto. Abruzzo unica regione in zona arancione. Marsilio: “Dal Ministero inaccettabile ottusità burocratica che penalizza l’Abruzzo”.
Dopo giorni di confronti e discussioni il Governo ha varato ieri sera la nuova stretta per evitare che i pranzi e le cene delle Feste possano provocare una nuova impennata dei contagi favorendo una terza ondata ad inizio anno nuovo. Ha prevalso la linea del rigore. Prima di chiudere tutto, l’Italia sarà ad ogni modo quasi tutta gialla, almeno per un giorno: oggi scadono le ultime ordinanze del Ministro della Salute Speranza che tenevano alcune regioni in zona arancione e, dunque, da domenica anche in quei territori varranno le regole attualmente in vigore nel resto del paese. Da lunedì per 3 giorni saranno valide le misure per le zone gialle, ad eccezione della possibilità di spostarsi tra le regioni che sarà sospesa come previsto dal Dpcm del 3 dicembre. Tranne che in Abruzzo, che sarà l’unica regione d’Italia a rimanere ancora in zona arancione. Per la nostra regione, sulla base dell’ordinanza ministeriale del 13 dicembre scorso, le misure andranno avanti fino al 26 dicembre. Poi scatteranno le regole introdotte per Natale e l’Abruzzo, alla fine, non potrà vedere la zona gialla prima del 7 gennaio. La possibilità di entrare in zona gialle avrebbe consentito anche in Abruzzo la riapertura di bar e ristoranti fino alle 18 per quattro giorni, cioè dal 20 al 23 dicembre. E per un giorno fino alla mezzanotte di domani, sarebbe stato possibile spostarsi anche fuori regione. Le prescrizioni in vigore invece non consentono di accedere in una regione arancione provenendo da una zona gialla. Chi lo fa può incorrere in pesanti sanzioni.
“Il Ministro decide di ‘non decidere’, e mentre in Consiglio dei Ministri approvano un decreto-legge per chiudere tutta l’Italia, mettendo sullo stesso piano le Regioni in cui la diffusione del contagio è in diminuzione e quelle dove invece crescono ricoveri e indice di replicazione (Rt), l’Abruzzo si ritrova ad essere l’unica Regione in arancione”. E’ quanto dichiara in una nota il Presidente della Regione Marco Marsilio. “Avevamo chiesto di prendere atto dei dati positivi che registriamo da settimane, per poter sfruttare almeno alcuni giorni (da domenica 20 a mercoledì 23) in zona gialla e dare respiro all’economia e possibilità di movimento ai cittadini. In particolare, la ‘finestra’ di domenica avrebbe dato la possibilità per quei pochi che sono in condizione di farlo di potersi trasferire nelle seconde case per il periodo festivo. Invece, dal ministero solo assordante silenzio, nessuna risposta nel merito e ottusità burocratica. A questo punto, resterebbe in piedi solo la possibilità di emanare un’ordinanza efficace per il solo giorno 23 (sempre che il Ministro confermi l’intesa), prima che entri in vigore la disciplina restrittiva per le festività natalizie approvata dal Governo. Con la conseguenza che l’Abruzzo sarebbe arancione il 22, giallo il 23 e rosso il 24.
Proprio per evitare questo, avevamo insistito presentando una documentata e argomentata relazione, supportando la richiesta con studi scientifici internazionali che dimostrano come l’applicazione di misure restrittive tempestive e preventive accorci i tempi di recupero. Non è corretto e non ha nessun fondamento scientifico imporre a tutti gli stessi tempi di permanenza in una fascia di restrizioni e la stessa durata della ‘cura’. I 14 giorni di zona arancione da ‘scontare’ obbligatoriamente sono il frutto di un modello sperimentale, unico al mondo (si adotta solo in Italia) e, come tutti i modelli nuovi e sperimentali, bisogna testarlo alla prova dei fatti. Se i fatti dimostrano che, applicando cocciutamente questi parametri, si lascia in una fascia di maggiori restrizioni una sola regione in Italia, che presenta tutti i dati perfettamente nella media nazionale e in alcuni casi ben al disotto della media, vuol dire che il modello ha dei limiti che vanno corretti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: da domenica 20 e per tre giorni l’Abruzzo ‘sembrerà’ la regione più ‘pericolosa’ e colpita dal Covid d’Italia. Basta leggere i dati per scoprire che – al contrario – l’Abruzzo è in tutti i parametri almeno al disotto della metà delle regioni, e per quello dell’occupazione delle terapia intensive (ieri al 22%) è tra le 5 migliori. Che in ‘giallo’, e in alcuni casi da settimane, ci sono regioni che hanno il doppio o il triplo del tasso di occupazione dei posti letto, un Rt superiore a 1 (Abruzzo a 0,8) e un livello di rischio classificato ‘alto’ da 2 o 3 settimane (l’Abruzzo è ‘moderato’ da almeno tre settimane).
Quel che è peggio, alle nostre argomentate richieste non è stata data dal ministero alcuna risposta formale, nessun diniego motivato nel merito. Solo una ‘non risposta’ che si traduce in un’ingiusta penalizzazione. Ulteriormente aggravata dalla scelta di ‘chiudere tutto’ da Natale all’Epifania, dopo che per bocca dello stesso Presidente Conte si era dato per mesi all’Italia intera il messaggio contrario. Rinnovo ora l’appello a ristorare seriamente le attività danneggiate, cosa che non è garantita dal decreto-legge di ieri, perché tutti sanno che fare riferimento al decreto rilancio non vuole dire affatto ristorare il 100% della perdita di fatturato di Natale ma appena il 15% di quello di aprile. E a pagare il prezzo delle chiusure non sono solo bar e ristoranti, ma intere filiere che vanno dai produttori agricoli, ai distributori, ai fornitori, ecc”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio.
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