Assente anche questa mattina L’Avvocatura dello Stato, al Tribunale di Pescara, per l’udienza sul presunto depistaggio alle indagini per la tragedia di Rigopiano. Si va verso l’accorpamento con il processo madre.
E’ durata solo dieci minuti l’udienza di questa mattina al tribunale di Pescara del processo sul presunto depistaggio alle indagini per la tragedia di Rigopiano, giusto per dare il tempo al Giudice Antonella Di Carlo di leggere il dispositivo di accorpamento con il processo madre ed il relativo rinvio al prossimo 29 novembre. In quella occasione la palla passerà al Giudice Sarandrea che dovrà, comunque, decidere se accordarlo o meno. Si tratta sostanzialmente di un fatto tecnico accolto dal giudice Antonella Di Carlo su richiesta dell’avvocato della funzionaria della Prefettura Ida De Cesaris, Daniele Ripamonti. Secondo il giudice, dunque, ci sarebbe correlazione tra il processo madre sulla tragedia di Rigopiano e questo procedimento relativo al presunto depistaggio, nella fase d’indagine, da parte di importanti figure della Prefettura, prima fra tutte l’ex prefetto di Pescara Francseco Provolo, accusate di aver fatto sparire il brogliaccio nel quale erano contenute le diverse richieste di aiuto da parte, principalmente, di una delle vittime Gabriele D’Angelo. Un’omissione ritenuta grave da parte del Pm Anna Benigni e che ha arrecato un danno agli investigatori della Squadra Mobile che nei giorni successivi alla terribile tragedia stavano svolgendo specifiche indagini su invito della Procura. Da qui la sollecitazione da parte di alcuni avvocati difensori, in particolare di Romolo Reboa in rappresentanza di alcuni parenti delle vittime, alla Presidenza del Consiglio e al Ministero della Giustizia affinché, come principali parti lese, si potessero costituire parte civile quanto meno per dare un segnale di vicinanza dello Stato alle vittime. Reboa nei giorni scorsi ha inviato una Pec al Ministro della Giustizia Bonafede nella quale si chiedeva se il Ministero di cui è titolare, non ritenesse opportuno costituirsi:
“A questa Pec non ho avuto risposta – ci ha riferito Reboa – e non è un problema visto che il Ministero non è obbligato a rispondermi, anche se sarebbe stato garbato, ma questa mattina ci saremmo aspettati la presenza, quanto meno, dell’Avvocatura dello Stato ed invece, così come nella scorsa udienza, lo Stato ancora assente, a mio avviso, una grave mancanza di rispetto nei confronti dei parenti delle 29 vittime. “
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