“Anche la pandemia mi ha portato a scrivere questo libro. C’è un prima e un dopo. Dopo la pandemia le persone oggi ci chiedono di fare le cose con più responsabilità. Oggi la gente chiede di fare le cose seriamente e con responsabilità”.
Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ieri sera a Pescara nell’intervento per presentare il suo libro intitolato ‘Un amore chiamato politica’ in occasione dell’inaugurazione al Teatro Circus del Fla, Festival di Libri e Altrecose, giunto alla 19esima edizione.
“In questo libro ho voluto cercare di raccontare non i fatti della politica che leggiamo tutti i giorni sui giornali ma far capire le emozioni, paure e certezze di una persona che ha partecipato alla costruzione di tre Governi, alla legge taglio dei parlamentari, ma anche alla crescita del Movimento Cinque Stelle, e in questo ho cercato di raccontare come ci si sente quando devi fare delle scelte. Io spero che chi legga il libro lo faccia anche con senso critico”.
“Il lockdown per i no vax “oggi non è oggetto di decisione, ci sono governatori che l’hanno proposto, ma lo schema di lavoro è che deve essere la comunità scientifica a dirci cosa fare. Bisogna andare avanti con le vaccinazioni. Il tema non è neanche l’obbligo di vaccini, il tema è la terza dose”. Ha aggiunto ancora Di Maio il quale ha ricordato che in Austria c’è il 65% dei vaccinati, in Italia l’86%.
“Voglio ringraziare soprattutto i giovani. Si sono vaccinati più loro che i meno giovani, dando un grande esempio di come ci si può riprendere la libertà”. Ha aggiunto ancora il ministro degli Esteri. A proposito della possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale, Di Maio ha sottolineato che “in questo momento non stiamo vagliando questa ipotesi. Seppur più lentamente rispetto a prima, la campagna vaccinale sta andando avanti”, ha sottolineato, ribadendo la necessità di far sì che le vaccinazioni proseguano.