In Abruzzo sindacati preoccupati per il piano di dimensionamento scolastico avanzato dalla Regione
Nel giorno dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil, anche il settore scuola scende in piazza per sostenere le ragioni dell’astensione nazionale dal lavoro. Ma in Abruzzo a preoccupare è anche il piano regionale di dimensionamento scolastico.
Recentemente la Giunta regionale ha approvato il nuovo piano di dimensionamento scolastico, operativo a partire dall’anno 2025-2026. L’Assessore regionale all’Istruzione, Roberto Santangelo, ha dichiarato che il piano segue le linee guida ministeriali e rappresenta una prosecuzione naturale del lavoro avviato lo scorso anno.
“Abbiamo lavorato per rispondere alle esigenze dei territori – aveva spiegato Santangelo – È importante evidenziare che non saranno soppresse scuole: gli interventi riguardano esclusivamente le direzioni e gli uffici amministrativi, mantenendo invariati i servizi scolastici e di istruzione sul territorio. La nuova geografia scolastica regionale riflette le sfide demografiche della regione, con una popolazione in calo, specialmente nelle aree interne. Nonostante gli sforzi, invertire questa tendenza si rivela difficile”.
Di tutt’altro avviso i sindacati che si uniscono ai diversi pareri contrari al nuovo piano registrati in questi giorni.
Il piano di dimensionamento scolastico avanzato dalla Regione prevede tagli nelle province di Chieti e Teramo, dopo il dietrofront su Pescara.
I sindacati sono in allarme per il futuro dei lavoratori, ma anche per il nuovo assetto che penalizzerebbe soprattutto le aree interne.
“È vero, altro alle preoccupazioni per il futuro occupazionale, crediamo che a risentirne sarebbero ancora una volta soprattutto le aree interne” dice Antonio Lagatta, segretario generale della Flc Cgil per la provincia di Chieti.