Domani a Roma per l’Automotive, adesioni dall’Abruzzo

Si estendono le adesioni all’iniziativa di domani a Roma: in piazza con metalmeccanici per la crisi dell’Automotive

Hanno condiviso il documento del 16 ottobre , firmato da 44 sindaci, anche il presidente della Provincia di Chieti e i Comuni di Quadri, Montazzoli, Civitella Messer Raimondo, Crecchio, Torino di Sangro, Montenerodomo, Treglio.

I Comuni di Atessa e Paglieta, in rappresentanza di tutti gli aderenti all’iniziativa, parteciperanno -con gonfalone e fascia tricolore – alla manifestazione sindacale di domani a Roma.
Nel comunicato dei sindaci si legge:

“I sindaci della Val di Sangro, insieme con le rispettive amministrazioni, fanno proprie le preoccupazioni espresse nel documento unitario di FIM, FIOM e UILM Nazionali, che evidenzia la crisi del settore Automotive in Italia e in Europa”.

Nel documento si sottolinea l’urgenza di interventi da parte della Commissione Europea e del Governo italiano per il settore Automotive in Italia, con particolare attenzione verso Stellantis e le aziende della componentistica.

“I sindaci della Val di Sangro e della Provincia di Chieti sono preoccupati per la crisi del settore Automotive e, in particolare, per la situazione della ex Sevel e del suo indotto, che sta avendo un impatto diretto sul tessuto economico e sociale delle comunità locali e regionali”.

I primi cittadini condividono le motivazioni dello sciopero proclamato da FIM-CISL, FIOM-CGIL e UILM-UIL e hanno deciso di aderire alla manifestazione che si terrà a Roma domani, venerdì 18 ottobre.
Hanno condiviso il documento del 16 ottobre la Provincia di Chieti e i Comuni di: Lanciano, Vasto, Atessa, Paglieta, Altino, Casoli, Pennadomo, Tollo, Frisa, Pizzoferrato, Fara San Martino,
Monteferrante, Civitaluparella, Scerni, Villa Santa Maria, Archi, Cupello, Fossacesia, San Vito Chietino, Pietraferrazzana, Bomba, Rocca San Giovanni, Casalbordino, Lama dei Peligni, Roccascalegna, Fallo, Palena, Colledimacine, Perano, Gessopalena, Borrello, Poggiofiorito, Rosello, Pollutri, Mozzagrogna, Montelapiano, Colledimezzo, Montebello, Torricella Peligna, Orsogna, Sant’Eusanio del Sangro, Guilmi, Tornareccio, Casalanguida, Castel Frentano, Santa Maria Imbaro, Ari, Quadri, Montazzoli, Civitella Messer Raimondo, Crecchio, Torino di Sangro, Montenerodomo e Treglio.

Anche Rifondazione comunista aderisce alla manifestazione. La nota del segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea, Maurizio Acerbo , e di Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro::

“Domani, finalmente, dopo anni di promesse non mantenute da parte di Stellantis e del Governo, tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore auto sono chiamati da Fiom, Fim e Uilm a uno sciopero unitario contro la lenta agonia degli stabilimenti e la perdita di posti di lavoro.
È la giusta risposta contro l’uso di soldi pubblici a favore di gruppi come Fiat, ieri, e Stellantis oggi che invece di rilanciare le produzioni riducono sempre più il numero di auto prodotte con ricorso continuo alla cassa integrazione, riduzione al minimo dell’utilizzo degli impianti, incentivi ai licenziamenti.

È una lotta contro un governo che in Europa sostiene la stessa linea delle aziende che per decenni hanno continuato a puntare su auto inquinanti e obsolete mentre diventava sempre più devastante l’emergenza climatica e per questo oggi registrano un clamoroso ritardo industriale e tecnologico”.

Acerbo parla di mobilitazione importante per sollecitare l’utilizzo dei soldi pubblici per le politiche industriali, col controllo diretto dello Stato nei settori strategici come l’auto. Inoltre si punta a rilanciare le produzioni in calo drammatico, salvaguardare l’occupazione e riconvertire le produzioni in direzione ambientalmente sostenibile.

“Quella dell’auto – si legge ancora nella nota – richiama una crisi più generale che colpisce tutto il paese, con molti settori a rischio e privo di strategie produttive per l’oggi e per il domani, con un crollo della domanda a causa dei bassi salari che colpisce sia l’auto che gli altri settori.

Per tutto questo occorrono il rilancio del trasporto collettivo e pubblico con veicoli non inquinanti; la riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario, per compensare l’aumento della produttività e la semplificazione tecnologica che accompagna l’automazione digitale e l’elettrico; l’introduzione del salario minimo a 10 euro e l’aumento generalizzato dei salari e delle pensioni con l’indicizzazione completa all’inflazione; l’introduzione di un reddito minimo garantito e universale per combattere la povertà; l’abbassamento dell’età pensionabile per permettere ai lavoratori anziani di lasciare liberi i posti di lavoro per i giovani, che vanno formati per le nuove produzioni, il rilancio della sanità pubblica e dello stato sociale.

Con questi obiettivi, domani 18 ottobre saremo a Roma alla manifestazione nazionale e per dire che riteniamo questa lotta parte di un percorso per costruire un grande sciopero generale nazionale”.