Dossieraggi illeciti: quanto siamo vulnerabili?

Le cronache di questi giorni sono agitate dall’ennesimo scandalo su presunti dossieraggi illeciti compiuti da società private delle quali farebbero parte anche personaggi che hanno avuto ruoli importanti nelle istituzioni e nella lotta al crimine.

Per quanto gravi, fatti del genere non sono purtroppo nuovi e ci spingono ancora una volta a chiederci se siamo diventati come il pesce rosso nella boccia di vetro che tutti possono osservare, se abbiamo veramente una qualche forma di tutela contro questi abusi e se non sia addirittura a rischio la tenuta delle istituzioni democratiche. Ne parliamo con Andrea Monti, avvocato e docente di digital law nell’università di Chieti-Pescara.

“Non siamo tutti spiati ma spiabili, e facciamo di tutto per non proteggere i nostri dati. Non c’è un buco normativo le regole ci sono e ci sono fin troppe ma vengono applicate poco e male – spiega Monti –  questo vale per il trattamento dei dati personali che sulla carta dovrebbe prevenire questa forma di eventi ma che in realtà è diventata solo una fonte di inerzia burocratica che si traduce nel mettere firme su crocette di carta ma poco più i risultati di applicare la norma sono sotto gli occhi di tutti. c’è il rischio eversione? questa è una risposta che può essere fornita da chi lavora ai massimi livelli della sicurezza dello stato. E’ un dato di fatto però che anche tra alleati ci si spia, non solo i cittadini ma sono soggetto di infromativa anche capi di stato e di governo, in questo senso la vicenda che ci occupa in questi giorni non porta nulla di nuovo”