Due scosse di terremoto, brevi ma ravvicinate, sono state nettamente avvertite intorno alle ore 18 all’Aquila. Gente in strada nella zona ovest della città
Le due scosse ravvicinate di terremoto di ieri pomeriggio hanno riportato all’Aquila la paura. Oggi scuole e università sono rimaste chiuse per motivi precauzionali, così sono stati definiti. Ma qualche polemica c’è perché ci sono diverse riflessioni da fare. 14 anni dal terremoto, una città ricostruita, scuole ancora nei musp che dovrebbero essere sicuri e due scuole rifatte che dovrebbero essere quindi, si ribadisce sicure, con le superiori in muratura ma anche qui, dopo 14 anni si spera che ci sia sicurezza. E quindi si chiude per qualche motivo? I comitati cittadini sono stati molto critici. Da anni si battono per la sicurezza delle scuole. Chiudere cosa significa, che non si è pronti in caso di emergenza, che non si è pronti ad evacuare o che non ci sono aree di accoglienza attrezzate in modo adeguato, semplice precauzione per verificare lo stato delle cose?
Per quel che riguarda il terremoto in se le scosse sono state due ravvicinate di magnitudo 3.6 e 3.7. L’area è quella dell’evento principale del 6 aprile 2009 anche se in questo caso, alla profondità di 13 Km rispetto agli 8 Km dell’evento di 14 anni fa. Il professor Gianluca Ferrini, docente di rischi naturali all’ateneo aquilano, componente del Geolab e dell’unità di crisi dell’Università, spiega che l’aquilano è costantemente interessato da attività sismica anche se per lo più non si percepiscono le scosse. Per cui è vero che le scosse questa volta sono state percepite perché più forti ma rientrano nella normale attività della zona appenninica. Posto che il terremoto non si può prevedere bisogna però mai abbassare la guardia e fare sempre prevenzione e investire sulla sicurezza.