“L’Abruzzo ha un punto di forza, forse sottovalutato: un tasso di istruzione molto accentuato, superiore alla media del Mezzogiorno”. Così Piero Cipollone, vice direttore generale di Banca d’Italia, intervenendo nel corso della seconda e conclusiva giornata di ‘Abruzzo Economy Summit’ all’Aurum di Pescara.
Anche Cipollone, dunque, alla conferenza regionale sui temi dell’economia, della crescita e dello sviluppo, che si è svolta a Pescara.
“C’è una buona qualità del capitale umano, ed è questa la vera leva dello sviluppo. Il problema è che in Italia accade che ogni anno vanno via 80mila laureati, per la semplice ragione che oltre confine guadagnano quattro volte tanto. Ecco perché occorre investire in ricerca e innovazione, occorre una crescita strutturale delle imprese. Le loro dimensioni, anche in Abruzzo, sono quelle di 70 anni fa, quando però le frontiere erano chiuse, e non c’era competizione internazionale – ha concluso.
Piero Cipollone è di Cese di Avezzano: un marsicano molto legato alla sua terra, dove ritrova ancora alcuni dei suoi affetti più cari. Lo descrivono come “un uomo gentile e riservato nei modi”. Un tecnico, che, all’ombra dei palcoscenici mediatici, ha avuto un ruolo molto importante accanto all’allora premier Conte.
Membro del Direttorio e Vice Direttore Generale della Banca d’Italia dal 1° gennaio 2020 (D.P.R. del 10 gennaio 2020). In tale veste, è anche membro del Direttorio integrato dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS). Dopo la laurea in Economia all’Università di Roma “La Sapienza”, consegue un Master of Arts in Economics all’Università di Stanford. Nel 2001 è Visiting scholar all’Università della California, Berkeley. Autore e co-autore di molti articoli e papers in materia di commercio internazionale, economia del lavoro ed economia dell’istruzione pubblicati in numerosi giornali accademici, tra cui l’American Economic Review e il Journal of the European Economic Association, ha insegnato economia all’Università Luiss di Roma e all’ Università dell’Aquila.