L’Abruzzo è in campagna elettorale: esponenti politici e partiti guardano già al voto per le regionali previsto a marzo 2024. Il botta e risposta questa volta vede protagonista Gianfranco Giuliante, portavoce dell’Udc
Giuliante, ex Lega, lasciata nel 2021 per dissenso sulla gestione D’Eramo, si inserisce nel dibattito sui cambi di casacca, riaperto giorni fa proprio dalla Lega e poi alimentato dal deputato del Pd Luciano D’Alfonso, intervenuto anche lui sul “caso Campitelli” e sul non candidare chi, alla vigilia del voto, emigra verso un partito diverso da quello in cui è stato eletto.
Di seguito la nota a firma di Giuliante:
«L’Udc non accetterà sindacati ispettivi sulle proprie liste e candiderà chi vuole a prescindere. E se il sacro fuoco dell’etica e della coerenza arde così forte nei cuori leghisti perché non chiedere qui e ora la rimozione dalla giunta dell’ex esponente leghista mentre si preferisce rimandare a tra sei mesi la punizione chiedendo ad altri di infliggerla? Forse per problemi legati alla surroga? L’acume politico di Luciano D’Alfonso, normalmente, non ha bisogno dell’utile “insipienza” di proposte giuridicamente irricevibili e politicamente inattuabili. Ma se capita ne approfitta, anche quando la sua proposta lo costringe a “sbavature” che normalmente non gli appartengono. Si può ipotizzare che nei primi sei mesi della prossima legislatura si stabilisca una norma che impedisca agli eletti il transito da una lista a un’altra senza che lui (che può!) si sia reso promotore e abbia ottenuto la modifica dell’articolo 67 della Costituzione? Oppure ritiene che ci possa essere dicotomia tra Parlamentare e Consigliere Regionale lasciando il primo senza vincolo di mandato e che al secondo venga imposto un mandato imperativo come previsto nelle costituzioni del Bangladesh e dell’India?
Ciò premesso la sua ipotesi ha perlomeno il pregio di cogliere esigenze generali e non è ridotta al “perimetro peloso” degli ex Assessori. É normale chiedere al Presidente della Regione di prestarsi alla elisione dell’articolo 51 della Costituzione che tutela l’elettorato passivo impedendo a chi ne ha diritto di candidarsi dove ritiene più opportuno peraltro alla fine di un mandato? E se il sacro fuoco dell’etica e della coerenza arde così forte nei cuori leghisti perché non chiedere qui e ora la rimozione dalla Giunta dell’ex esponente leghista mentre si preferisce rimandare a tra sei mesi la punizione chiedendo ad altri di infliggerla? Forse per problemi legati alla surroga?
E se il Presidente Marsilio rispondesse che per i “trasformisti” intende utilizzare il metodo D’Eramo che ha accolto in Abruzzo nel gruppo Lega un Parlamentare eletto nel Movimento 5 Stelle, lo ha fatto Dirigente di Partito e lo ha candidato alle successive elezioni nella lista Lega cosa gli si potrebbe rispondere? La verità è più semplice…si
parla a nuora affinché suocera (Verì?) intenda. Intanto l’U.d.c., per quel che vale, non accetterà sindacati ispettivi sulle proprie liste e candiderà chi vuole a prescindere”.
Gianfranco Giuliante – Portavoce U.d.c. Abruzzo