“La Regione è pronta a dare tutte le spiegazioni richieste ma chiediamo al Ministero l’immediata approvazione della Zona Economica Speciale in Abruzzo”, così l’assessore Mauro Febbo.
“Chiediamo al neo Ministro di approvare immediatamente la proposta della Zona Economica Speciale della Regione Abruzzo poiché diventa inaccettabile questo stallo ed incomprensibile attendere ancora del tempo, addirittura chiedendoci integrazioni incomprensibili, tra l’altro già dovutamente apportate diversi mesi fa, e delle relative modifiche anche queste già concordate unitamente al Ministero del precedente Governo”.
A comunicarlo è l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mauro Febbo che spiega quanto segue: “Stupisce la nota di osservazioni che il ministero del Sud ha fatto pervenire alla Regione in merito alla proposta di istituzione della Zes. Infatti, tramite la nota del 30 aprile u.s. a firma del capo del Settore Legislativo del Ministero del Sud, Gianfranco Romeo, era stata comunicata l’approvazione della Zes da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e comunicate delle osservazioni, in merito ad alcune proposte di defiscalizzazione di competenza statale per i potenziali investitori in aree Zes, da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanza a cui abbiamo dato seguito prontamente ed in maniera esaustiva. Con le modifiche approvate dalla giunta nel mese di maggio, la Regione aveva integralmente accolto i suggerimenti del MEF e, pertanto, si attendeva solo l’approvazione della Zes abruzzese, come ci era stato più volte dichiarato dai responsabili dello stesso Ministero. Quindi non si capisce cosa sia cambiato o intervenuto in questo lasso di tempo. Ad ogni modo è abbastanza agevole dare una risposta esaustiva a tutti i rilievi, anzi questa sarà una buona occasione per ribadire la filosofia di fondo che ha guidato la proposizione della costituzione della Zes così come poi è derivata. Innanzitutto, la risposta più agevole è sul rappresentante regionale in seno all’organo di governo della Zes. Ovviamente al ministero sfuggono alcuni particolari e cogliamo l’occasione per puntualizzare quanto segue. Infatti, l’attuale rappresentante regionale in seno all’autorità portuale di Ancona è Enzo Del Vecchio, Capo di Gabinetto della precedente Presidente della Regione Abruzzo. Poiché il testo della proposta di Zes è stato predisposto in una fase di transizione tra due giunte, sembrava indicare l’attuale rappresentante regionale in seno all’autorità portuale di Ancona e pertanto si è preferita una forma generica, che rinviava la decisione alla futura giunta. Nulla quindi impedisce oggi al Presidente Marsilio di dare concretezza a questo aspetto di puro dettaglio. Quanto alle osservazioni sui rapporti con l’autorità portuale di Ancona, il discorso è più complesso e merita un approfondimento. Si ricorderà che le Zes nascono come opportunità concessa a grandi aree portuali del Sud per sfruttare le cosiddette Autostrade del Mare per facilitare i trasporti verso le dorsali del nord delle reti Ten-T. Solo in sede di conversione l’opportunità venne estesa alle regioni in transizione Abruzzo, Molise e Sardegna. E dal momento che nessuna di queste regioni aveva un porto con caratteristiche tali da poter essere adibita a scalo di una Zes, Abruzzo e Molise avrebbero dovuto presentarsi insieme per ottenere il riconoscimento dell’area, anche se l’autorità era sempre da individuare in Ancora o Bari. I porti cosiddetti COR li individua la normativa europea sui trasporti, sono 9 e ben conosciuti”. Il fatto che le regioni in transizione non fossero previste dall’inizio è un problema che emerge proprio in occasioni come queste. La Puglia ce l’ha proprio a Bari; la Campania a Napoli per Salerno; la Calabria ce l’ha a Reggio per Gioia Tauro. Abruzzo e Molise invece hanno una situazione diversa e pagano anche un altro dazio che è dovuto dal fatto che la Regione che è attualmente sede dell’autorità portuale, e cioè le Marche, non ha caratteristiche né di regione in convergenza come quelle del Sud, né in transizione come appunto Abruzzo e Molise. Per questo, pur volendo, è difficile programmare uno sviluppo congiunto, dal momento che si tratta di aree con problematiche e prospettive diverse. Per questo motivo, nelle prime interlocuzioni con Ancona, per ora non sono stati affrontati grandi tematiche progettuali, perché è evidente che ci sono interessi e progetti di sviluppo differenti”.
“Non sarà sfuggito, al riguardo – prosegue Mauro Febbo – una lunga querelle che ha visto opposti istituzioni e territorio circa la possibilità di trasferirsi sotto la potestà di Civitavecchia anziché Ancona e questo non ha facilitato nemmeno la predisposizione di una reale programmazione futura. In verità, l’interesse dell’Abruzzo è quello di far assurgere i suoi porti a veri e propri riferimenti sia per le imprese che operano sul territorio, sia per i loro attuali o futuri interlocutori. In questo contesto, è abbastanza agevole presumere che Ancona abbia tutto l’interesse a far crescere i porti abruzzesi, che non saranno mai in competizione con Ancona Falconara, ma possono invece costituire un valido supporto sia per ripensare con alcune intelligenti modifiche le reti Ten-T, sia per ottenere più finanziamento per completare la rete dei trasporti intermodale e rendere la dorsale adriatica sempre più competitiva. Ma questo è uno degli obiettivi principali proprio alla base della Zes Abruzzo ed è stata ben espressa nel contesto del documento. Se poi si vuole già oggi conoscere l’esplicitazione di ciò che molto probabilmente costituirà un lavoro lungo e lento dell’organo di governo della Zes, allora forse si pretende un po’ troppi oggi, che si è ancora in fase di avvio”.
“L’Abruzzo non ha scelto di proporre una Zes in solitudine: ci è stato costretto per porre rimedio ad una decisione che ha subìto e non condiviso. Su un aspetto, forse, la nota del ministero fa una giusta osservazione ed è quella relativa alla individuazione dei territori da includere nell’area. Era un problema che ci siamo posti da opposizione e da maggioranza perché anch’esso figlio della fretta di presentare la proposta stante l’avanzare del tempo e la necessità di non rimanere indietro rispetto alle altre regioni. Tant’è che è stato segnalato, ma ci era stato risposto, da rappresentanti del ministero, che ci sarebbe comunque stato sempre tempo per interventi successivi, tant’ é vero che nella nota di aprile non si faceva alcun segno alla problematicità di questo aspetto. Ad ogni buon conto, la Regione aveva già in animo di affrontare nel dettaglio il problema della zonazione, tant’ é vero che aveva già avviato una serie di incontri specifici con i portatori d’interesse per una definizione di dettaglio. Giova dire che è più interesse dell’Abruzzo che non del ministero arrivare presto a questa definizione e, pertanto, anche di questo aspetto non c’è da preoccuparsi. La Regione Abruzzo – conclude Mauro Febbo – darà tutte le spiegazioni richieste e questo renderà la sua Zes davvero competitiva”.