Il documento integrale dei medici di Medicina Generale che sollecitano la “non più prorogabile” apertura del confronto. A firmarlo è il segretario regionale Mauro Petrucci (nella foto). Riceviamo e pubblichiamo
Dopo circa un anno e mezzo dall’insediamento del tavolo regionale per il rinnovo dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR), relativo all’Accordo Collettivo Nazionale per il triennio 2016-2018 dei Medici di Medicina Generale, questo non è stato ancora siglato ed a tre mesi dalle elezioni regionali non è stato ancora riconvocato il suddetto tavolo. Nel frattempo il 4 aprile u.s. è entrato in vigore anche l’ultimo ACN, relativo al triennio 2019-2021, e sono trascorsi ben diciotto anni dall’ultimo accordo regionale siglato nel 2006 e durante i quali lo scenario della sanità nazionale e regionale si è modificato ed evoluto in maniera considerevole e come non mai.
Abbiamo avuto in questi anni un commissariamento regionale, una pandemia, i fondi del PNRR, un DM 77 che ha ridisegnato e riprogettato tutto lo scenario di ciò che dovrà essere la nuova medicina del territorio, la crisi relativa alla carenza dei medici di medicina generale per una mancata loro programmazione e per la “fuga” dei giovani colleghi verso altri ruoli più gratificanti lasciando intere aree, con relativa popolazione, senza assistenza. Siamo di nuovo alla vigilia di un altro quasi certo commissariamento che, per ora è solo rinviato e qualora non dovesse essere scongiurato definitivamente, farà ancora di più arretrare, se non collassare, il nostro SSR.
Tutto questo ignorando che solo un rinnovo dell’assistenza territoriale, come previsto dagli ACN e come andiamo ripentendo da tempo, potrà contribuire significativamente ad arginare questa deriva. Le aggregazioni funzionali territoriali (AFT) tra medici e le UCCP (unità complesse di cure primarie) che costituiscono l’unica vera riposta organizzativa idonea alle nuove esigenze assistenziali nella nostra regione sono ancora una chimera. Infatti, esse devono essere definite, organizzate e finanziate attraverso l’AIR ma è un anno e mezzo che siamo fermi al palo perché le “priorità” sono altre o perché vi è la consapevolezza che, per una evidente disastrosa gestione della sanità regionale, non ci sono fondi sufficienti e si pretenderebbe di rinnovarlo con le stesse risorse del 2006. Dubbio quest’ultimo purtroppo legittimo.
Nel frattempo dalle direzioni aziendali veniamo chiamati a collaborare per contenere la spesa per la farmaceutica e per la diagnostica al fine di rientrare dal forte deficit. Le stesse aziende stanno chiedendo la restituzione di somme relative alla cosiddetta indennità di rischio per le guardie mediche, previste dalla regione, e successivamente contestate come non dovute, ignorando la cosiddetta norma “Pagano”, appositamente inserita in una legge dall’On. Nazario Pagano, con la chiara ed esplicita volontà di sanare questa brutta vicenda evitando la restituzione delle suddette somme. E si è ancora in attesa della ufficializzazione della risposta al quesito, da noi sollecitato e posto dalla regione al Ministero della Funzione Fubblica, in merito alla corretta interpretazione della suddetta norma e che “sembrerebbe” favorevole alla non ripetibilità delle suddette indennità ma che viene tenuta ancora nei “cassetti” nonostante le nostre richieste.
Nel frattempo non si perde tempo a deliberare ed avviare la sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di comunità, con relativi finanziamenti, per monitorare l’aderenza alla terapia, ricognizione della terapia farmacologica, indicazioni al paziente sulle corrette modalità di assunzione di farmaci e relative sospette reazioni avverse ai trattamenti farmacologici nella BPCO, analisi cliniche, esami diagnostici, ecc..
Tutte funzioni queste che sono in capo al medico curante che fa ed ha sempre fatto dal momento che è il suo compito professionale e che potrebbe fare ancora meglio se si desse seguito all’attuazione di quanto previsto dagli ACN e DM 77 e non vi è nessuna necessità ed opportunità di delegare ad altri professionisti che nulla hanno a che vedere, anche in termini di formazione e professionalità, con l’assistenza e la cura dei pazienti.
Alla luce di queste, per necessità di sintesi, parziali considerazioni la FIMMG non può non denunciare pubblicamente questa spiacevole situazione perché, prima che nuocere ad una categoria che non vede attuare appieno il suo contratto, NUOCE FORTEMENTE ai cittadini e pazienti che tra breve verranno affidati alle “cure” di altri professionisti che, nel pieno riconoscimento e rispetto delle loro professionalità, però nulla hanno a che fare con il ruolo e le responsabilità alle quali è chiamato il medico.
Questo è l’ultimo appello al quale, se disatteso, potranno fare seguito solo forme di protesta e di lotta previa sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini, pazienti ed associazione dei malati.