Domani, a Roma, arriveranno anche dall’Abruzzo le voci di protesta contro lo smantellamento del Corpo Forestale dello Stato. La manifestazione si terrà davanti al Ministero della Pubblica Amministrazione.
Di operazioni importanti, persino sensazionali, ne hanno portate a termine diverse, basti ricordare quella condotta dal comando provinciale di Pescara, che nel 2007 portò alla luce la mega discarica dei veleni, nella zona ex Montedison a Bussi sul Tirino. Eppure non basta, se è vero come è vero che il Corpo Forestale dello Stato rischia lo smantellamento. Non ci stanno i dipendenti della Fp della Cgil, che domani si danno appuntamento nella capitale per chiedere il rinnovo dei contratti e scongiurare l’ipotesi di azzeramento del CFS. Per sollecitare risposte, domani andranno in delegazione a Roma per unirsi alla protesta nazionale davanti alla sede del ministero per la Pubblica Amministrazione. Il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici e la lotta allo smantellamento del Corpo Forestale sono gli obiettivi decisi dal coordinamento regionale del sindacato di categoria dei Forestali, alla presenza della responsabile nazionale Fp Cgil, Francesca Fabrizi.
“Il coordinamento – afferma il segretario regionale Fp Cgil Abruzzo, Carmine Ranieri – ha espresso un secco no al disegno di legge Madia di riforma della Pubblica amministrazione che all’articolo 7 prevede lo smantellamento del Corpo Forestale dello Stato con l’eventuale assorbimento delle funzioni in quelle di altre forze di polizia, probabilmente quella dell’arma dei Carabinieri. L’Abruzzo, Regione dei Parchi e con alle spalle una triste tradizione di reati ambientali, dalla discarica di Bussi, agli scarichi inquinanti nei fiumi e a mare, all’abbandono di rifiuti solo per citarne alcuni, e’ particolarmente interessata a scongiurare tale soppressione. Dopo il caos delle funzioni gestite dalle province che già oggi, in parte, non sono più garantite ora si procede a smantellare il Corpo Forestale dello Stato. Ancora una volta il Governo parla di riforme utili al paese e promette più efficienza ed efficacia ma di fatto viene smentito persino dal Capo della Direzione Nazionale Antimafia Franco Roberti, che in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, ha espresso la sua ferma contrarietà alla paventata soppressione del Corpo forestale dello Stato perché significherebbe togliere all’autorità giudiziaria l’unico organismo investigativo in materia ambientale che disponga delle conoscenze, delle esperienze, del know-how e anche dei mezzi per poter smascherare i crimini ambientali. Ci piacerebbe conoscere la posizione del Comando Regionale Abruzzo su tale sciagurata riforma. Dal canto suo – conclude Ranieri – la Fp Cgil Abruzzo sarà insieme ai lavoratori Forestali perché il Corpo non venga soppresso e mantenga la propria identità, nella convinzione che solo così potrà sviluppare sempre meglio la propria azione e la propria specializzazione nonché restare un fondamentale presidio di legalità”.
Tra le operazioni più eclatanti condotte dal Corpo Forestale dello Stato in Abruzzo spicca la scoperta della mega discarica di Bussi. Nella primavera del 2007 il personale del comando provinciale di Pescara del Corpo Forestale dello Stato, guidato dell’allora comandante Guido Conti, portava alla luce la discarica abusiva di rifiuti tossici più grande d’Europa, nella zona della ex Montedison. Sotto una superficie paragonabile a venti campi di calcio, nella Valle del fiume Pescara, giacevano seppellite 500 mila tonnellate di rifiuti.
Vedo che oltre ai
giudici Popolari anche i nostri giornalisti i nostri politici e i nostri
falsi ambientalisti non leggono le carte processuali, seguitano a
chiamare la discarica di Bussi più grande d’Europa o megadiscarica, ecco
la verità Dalle carte ufficiali che purtropppo nessuno esamina, si
evince che non esiste una megadiscarica.
Dalla memoria difensiva dell’Avv. Carlo Sassi.
1)
Le cifre e le quantità di rifiuti sono cifre assolutamente suggestive,
perchè non è stata disposta mai una perizia sulla discarica tremonti.
2) I dati confluiti nel capo di imputazione sono suggeriti dal corpo
forestale dello stato, il quale – Sulla base di una serie di presunzioni
-e cioè misurando l’intera area di proprietà della ex montedison,
giunge ad un risultato presunto di 214.000 Ton.
3)L’interramento dei rifiuti è durato circa 170 giorni nella piena consapevolezza delle autorità dell’epoca.
Dalla sentenza della corte di Assise di Chieti. E ancora; nel 1972 alla
Società venne consentito di interrare quei residui in quella zona
dell’area Tremonti, vicino alla Stazione ferroviaria.
Ed il Giudice , relativamente a quell’interramento, giustamente scrive :
“la realizzazione della discarica Tre Monti è avvenuta con modalità
che, per l’epoca di realizzazione apparivano sicuramente idonee a
prevenire il rischio di contaminazione della falda e, comunque,
l’interramento dei rifiuti su terreno di proprietà, non essendo vietato,
costituiva un comportamento di cui gli autori sicuramente non
attribuirono alcuna realistica potenzialità lesiva.”