La documentazione fiume del Forum H2O sui lavori al traforo del Gran Sasso e sugli scontri tra enti
Il rappresentanti del Forum H2O, in conferenza stampa a Teramo, hanno dichiarato di essere in grado di svelare e divulgare documenti ufficiali, definiti esplosivi, sui futuri lavori sul Gran Sasso. Sarebbero previsti scavi e nuove captazioni.
“Grazie alla lettura di questi documenti possiamo finalmente ricostruire e informare il pubblico di tutti i lavori che entro il 2025 dovrebbero essere svolti nelle gallerie del Gran Sasso (il condizionale è d’obbligo visto quanto accaduto ieri con l’abbandono del cantiere da parte di Italferr). Ricordiamo che sul Gran Sasso operano, caso unico in Italia e forse al mondo, ben due commissari straordinari del Governo”.
Di seguito la ricostruzione del Forum H2O:
1. LA PERFORAZIONE DEI 21 SONDAGGI – COMMISSARIO CAPUTI: il progetto, l’unico finora noto nei dettagli, riguarda la perforazione di 21 sondaggi con 45 giorni di chiusura parziale del traforo da parte del Commissario per l’Emergenza Idrica Caputi. Sarebbero propedeutici alla redazione del progetto di messa in sicurezza dell’acquifero.
Il progetto fu sottoposto a Valutazione di Incidenza Appropriata ad agosto-settembre 2024 presso il Comitato V.I.A. regionale, procedimento che prevede la pubblicazione per il pubblico di documenti approfonditi che permettono di comprendere eventuali effetti sull’ambiente. Solo così il Forum H2O riuscì a sollevare il caso denunciando l’intento finale di scavare nuove captazioni per estrarre acqua. Il Parco del Gran Sasso dopo il nostro intervento ha chiarito che sono vietate per legge. Nonostante l’evidente inutilità di questi costosi interventi, affermata recentemente anche da autorevoli tecnici come Morelli e Adamoli, e il disagio connesso per la circolazione, il progetto è comunque andato avanti fino all’ingloriosa sospensione di ieri.
2. LA FASE I DELLA MESSA IN SICUREZZA IMPIANTISTICA – COMMISSARIO CORSINI: Il progetto di messa in sicurezza impiantistica del Commissario per la sicurezza trasportistica A24-A25 Corsini, prevede una Fase I da realizzare assolutamente entro il 2025 con iniziative su anti-incendio, aerazione ecc. per l’adeguamento al Decreto 264/2006. Si tratta dell’inadempienza da noi denunciata fin dal 2018.
Gli elaborati progettuali andati in conferenza dei servizi a giugno-luglio 2024 prevedono testualmente “In conlusione (così nel testo, ndr), assumendo di operare in chiusura totale della circolazione di una canna della galleria h24/24 per periodi prolungati al fine di garantire tre turni di lavoro in galleria durante l’intera giornata e che le attività sulla singola canna vengano svolte per 7 giorni lavorativi settimanali, i tempi stimati per completare le lavorazioni di Fase 1 risultano pari a 420 ggnc.” (cioè giorni naturali consecutivi, ndr).
Una Fase II di questo adeguamento è stata rimandata invece al momento dei lavori infrastrutturali per la messa in sicurezza dell’acquifero, dopo il 2025.
3. MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELLE VOLTE DELLE GALLERIE – COMMISSARIO CORSINI: il progetto di manutenzione straordinaria delle volte delle due gallerie, con interventi differenziati in base al grado di ammaloramento del cemento, prevede, tra l’altro, la perforazione di dreni radiali nella roccia circostante per intercettare l’acqua dell’acquifero. Questi lavori sarebbero svolti in contemporanea con quelli sulla sicurezza impiantistica (punto 2) e durerebbero anche in questo caso alcuni mesi.
In sostanza, secondo il Forum H2O, attorno all’intervento di messa in sicurezza del bacino idrico del Gran Sasso sarebbero accaduti fatti gravissimi:
“Il Commissario Corsini, a giugno 2024, ha aperto la Conferenza dei Servizi fornendo agli enti la documentazione. Il progetto è stato presentato al Comitato V.I.A. della Regione per un mero screening di Valutazione di Incidenza Ambientale, che non prevede una fase pubblica per le osservazioni e permette il deposito di una relazione molto scarna.
Solo a decisione presa possiamo oggi dire che il Comitato V.I.A. chiese chiarimenti sull’eventuale interazione con l’acquifero e, addirittura, sullo scavo di pozzi per acqua industriale previsto nel documento commissariale (!) e che il Parco del Gran Sasso intervenne tempestivamente per chiedere di sottoporre il progetto a Valutazione di Incidenza appropriata, cioè con documenti approfonditi e con fase pubblica per le osservazioni.
Il 18 luglio il Responsabile Unico del Progetto, Architetto Antonio Sorgi, inviava una nota per conto del Commissario di Governo assicurando che tutte le lavorazioni non avrebbero comportato alcuna possibile interazione con l’acquifero e che il riferimento a un pozzo per l’estrazione di acqua industriale per i lavori era un mero errore.
Il Comitato V.I.A., esaminata la documentazione, come giudizio 4317 del 26 luglio 2024, approvava il mero screening ritenendo non necessaria la Valutazione appropriata in quanto si escludeva in maniera assertiva qualsiasi interazione delle lavorazioni con l’acquifero.
Lo scorso 9 settembre il Parco nazionale del Gran Sasso rimetteva un nulla osta parziale con contenuti a nostro avviso letteralmente clamorosi in quanto accertava che alcune lavorazioni proposte avrebbero comportato un’interazione diretta con l’acquifero senza alcuna precauzione descritta in sede progettuale.
Vista la gravità dei contenuti riteniamo opportuno riportare integralmente alcuni passaggi del documento del Parco”.
Nelle premesse del documento si legge tra l’altro:
“VISTO il, un Giudizio n° 4317 del 26 luglio 2024, emesso dal CCR-VIA della Regione Abruzzo pur in assenza del parere obbligatorio dell’Ente Parco;
PRESO ATTO del fatto che l’Ente Parco non ha avuto modo di esprimere il parere di competenza sulla Valutazione di Incidenza relativa al progetto in argomento;
CONSIDERATO che L’Ente non ha avuto, così, modo di evidenziare le criticità rilevate nel progetto, emerse alla luce di un esame approfondito della corposa documentazione e non risolte adeguatamente dalla “Nota di riscontro alla richiesta di chiarimenti emessa dal CCR-VIA con Giudizio n. 4290 del 11.07.2024” trasmessa dal Commissario straordinario con prot. n. 0000740 del 18-07-2024;
CONSIDERATO che oggetto del presente procedimento sono solamente gli interventi individuati come appartenenti alla Fase 1 in quanto dichiaratamente non interferenti con il sistema idrico del Gran Sasso;
CONSIDERATO che, non essendo descritte nella documentazione di progetto misure di mitigazione preventive rispetto ad eventuali contaminazioni dell’acquifero attraverso la piattaforma stradale e le volte delle gallerie, dovranno essere adottate misure estremamente cautelative per garantire lo stato di integrità dell’acquifero;
CONSIDERATO che l’intervento di Tipo B è descritto con la funzione di “convogliare le venute d’acqua sul perimetro di galleria fino ai piedritti”, dove saranno scaricate “nella canaletta predisposta sul marciapiede” o, nei casi in cui questa non sia presente, in “un mezzo tubo di raccolta delle acque drenate”;
CONSIDERATO che l’intervento di Tipo B comprende anche l’eventuale realizzazione, in presenza di venute idriche, di drenaggi radiali la cui funzione e il cui eventuale impatto non vengono minimamente approfonditi che si configurerebbero come nuove opera di captazione, in contrasto con l’art. 11, comma 3 della Legge 394/1991 che vieta la modificazione del regime delle acque e con gli artt. 7, comma 7 e 8, comma 7 della Normativa di Attuazione del Piano del Parco, che escludono “il prelievo e l’utilizzo delle risorse naturali abiotiche e biotiche” nelle zone a e b;
CONSIDERATO che gli interventi Tipo C2 e C5 prevedono il riempimento con getti di calcestruzzo di cavità presenti a tergo del rivestimento della calotta delle gallerie e, quindi, a diretto contatto con l’ammasso roccioso;
CONSIDERATO, che l’intervento di Tipo I comprende anch’esso l’eventuale realizzazione, in caso di presenza di acqua, di drenaggi radiali la cui funzione e il cui eventuale impatto non vengono minimamente approfonditi che si configurerebbero come nuove opera di captazione, in contrasto con l’art. 11, comma 3 della Legge 394/1991 che vieta la modificazione del regime delle acque e con gli artt. 7, comma 7 e 8, comma 7 della Normativa di Attuazione del Piano del Parco, che escludono “il prelievo e l’utilizzo delle risorse naturali abiotiche e biotiche” nelle zone a e b;
Tra le prescrizioni si può leggere testualmente:
“8. Le acque di percolazione sulle pareti delle gallerie, con particolare riferimento agli interventi di Tipo B, devono essere lasciate fluire nel sistema di canalizzazioni esistente, la cui modifica costituirebbe un intervento che interferirebbe con il sistema idrico in stretta contiguità e che, pertanto, deve essere inquadrato nella fase 2, soggetta a Valutazione di Incidenza Ambientale di II Livello;
9. Dovrà essere esclusa con riferimento agli interventi di Tipo B e I, la realizzazione di qualsiasi nuova opera di drenaggio, che si configurerebbe come una nuova opera di captazione, in contrasto con l’art. 11, comma 3 della Legge 394/1991 che vieta la modificazione del regime delle acque e con gli artt. 7, comma 7 e 8, comma 7 della Normativa di Attuazione del Piano del Parco, che escludono “il prelievo e l’utilizzo delle risorse naturali abiotiche e biotiche” nelle zone a e b;
10. gli interventi di Tipo C2 e C5, che prevedono il riempimento con getti di calcestruzzo di cavità presenti a tergo del rivestimento della calotta delle gallerie e, quindi, a diretto contatto con l’ammasso roccioso, e, quindi, anche a diretto contatto con la falda idrica, devono essere inquadrati nella fase 2 del progetto, soggetta a Valutazione di Incidenza Ambientale di II Livello;
11. gli interventi sulle canalizzazioni coperte da beole presenti al di sotto delle passerelle laterali, previsti nella Fase 1 del progetto per la messa in sicurezza impiantistica ai sensi del D.lgs. 264/2006, devono essere inquadrati nella fase 2, soggetta a Valutazione di Incidenza Ambientale di II Livello, data la loro interferenza con la falda idrica basale del Gran Sasso, a stretto contatto con tali canalizzazioni idraulicamente non protette.”
A questo punto il Forum H2O, dopo la lettura della documentazione inedita e la presa d’atto di quanto accaduto ieri, nonché della conoscenza dello stato di insicurezza del Gran Sasso, chiede:
“Al Comitato V.I.A. della Regione Abruzzo di revocare, anche in auto-tutela, il parere 4317 con cui ha approvato il progetto di manutenzione straordinaria proposto dal Commissario Corsini e il parere 4347 con cui ha approvato le 21 perforazioni proposte dal Commissario Caputi;
Ai partiti politici, di rivedere il sistema di governo degli interventi di messa in sicurezza eliminando i commissari straordinari che determinano, come avevamo previsto già nel 2018, de-responsabilizzazione degli enti ordinari preposti alle stesse mansioni, mancanza di trasparenza e partecipazione del pubblico fondamentali per gestire una partita così complessa, ritardi incredibili in tutti i procedimenti (basti pensare che sono passati sei anni dall’istituzione del Commissario per l’acquifero e non si è mosso ancora un tubo). Almeno eliminare uno dei due commissari, visto che neanche a Bisanzio avrebbero immaginato l’esistenza di un doppio commissariamento sulla stesse gallerie.
Al Commissario Corsini, di chiarire lo stato del procedimento sui lavori di sua competenza e, in particolare, se siano state stralciate le lavorazioni che prevedono l’interazione con l’acquifero secondo quanto indicato dall’Ente Parco;
Ai Laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso, di smantellare immediatamente l’esperimento LVD come imposto da anni dalla Regione, in quanto, stoccando irregolarmente circa 1.000 tonnellate di nafta dentro il Gran Sasso, determina un gravissimo e inaccettabile rischio per l’acquifero. A tal proposito, considerata anche l’inadempienza, sarebbe utile che la documentazione completa su questa vicenda sia resa pubblica on-line per tutti (visto che proprio ieri i Laboratori sono arrivati a chiedere 109 euro a noi attivisti per poter procedere all’accesso ai documenti come richiesto un mese fa). Questioni di opportunità e lungimiranza, ci verrebbe da dire.
Alla Corte dei Conti, di aprire un fascicolo sul danno erariale derivante dalla messa a scarico di quasi 15 miliardi di litri di acqua potabile da 6 anni, a cui si aggiungono ulteriori scarichi (solo il 14-15 ottobre il Ruzzo segnala altri 60.000.000 di litri mandati a scarico). Questa risorsa idrica persa ha un valore di 15-20 milioni di euro.
Alla Procura di Teramo, che -ha istruito un importante procedimento penale destinato probabilmente a un nulla di fatto; – svolto nel 2018 un irrituale summit con il presidente Marsilio proprio sulla messa in sicurezza delle gallerie a rischio chiusura; -mantiene da sei anni il sequestro della captazione nei laboratori senza però operare sulla fonte dei rischi per l’acqua, che è come aver sequestrato un fiume e non un eventuale depuratore malfunzionante che lo mette a rischio, se non ritiene di riprendere in mano la questione, anche rispetto a quanto già segnalato in questi ultimi anni”.