Prima un pugno in pieno volto e poi le minacce con tanto di coltello e tirapugni: l’aggressione ai danni di un 16enne di Brescia in vacanza a Francavilla al Mare con la famiglia si è consumata nella notte tra domenica e lunedì sulla pista ciclopedonale di fronte allo stabilimento Drago Verde
Soltanto l’intervento provvidenziale del titolare del locale, in procinto di chiudere, ha scongiurato il peggio. Sentite le urla del giovane aggredito, Alessandro Rocco è accorso sulla ciclopedonale, permettendo alla vittima dell’aggressione e ai suoi amici di rifugiarsi nel ristorante ormai chiuso, mentre gli aggressori, coetanei del 16enne, sono fuggiti a bordo di un monopattino.
«Quello che fa riflettere è che l’episodio sia accaduto in un luogo molto frequentato come la pista ciclopedonale, ben illuminata, e trafficata in piena estate», ha commentato Alessandro Rocco, titolare dello stabilimento Drago verde. «Stupisce che siano giovanissimi e soprattutto che escano armati e non esitino a usare coltelli in mezzo alla gente».
E mentre i sanitari del 118, giunti sul posto, curavano il volto sanguinante del giovane, i carabinieri intervenuti raccoglievano le testimonianze dei presenti per ricostruire l’accaduto. La violenza sembrerebbe essere scaturita da banalità. Le famiglie dei giovani coinvolti nell’aggressione sono già state allertate, ma saranno le immagini delle telecamere di videosorveglianza del posto a chiarire chi, fra i ragazzi del gruppo che ha aggredito, dovrà rispondere in prima persona dell’accusa di lesioni personali e minacce.
Intanto la città si interroga sul problema sicurezza e sulle esplosioni di violenza sempre più frequenti tra giovanissimi in Abruzzo, anche dopo la recente sparatoria sul lungomare della vicina Pescara e l’aggressione a morte di Cristopher Thomas Luciani da parte di minorenni.
«L’episodio è comunque circoscritto a quanto accaduto, anche se si tratta di un fenomeno in crescita soprattutto tra minorenni», ha aggiunto la sindaca di Francavilla al Mare, Luisa Russo. «Il problema si risolve con la prevenzione e con un’educazione a monte dei giovani, che parta dalle famiglie, dalle scuole e dalle istituzioni che dovrebbero coinvolgere i ragazzi e farli sentire parte di un tessuto sociale in cui hanno molto da dare».
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