Ha aperto i battenti la 72a edizione del Premio Michetti, ospitata nel Palazzo San Domenico di Francavilla al Mare. L’edizione 2021, che ha per titolo “Michetti, Spalletti e nuovi paesaggi con e senza figura”, è curata da Daniela Lancioni e resterà aperta fino al 18 novembre.
Sabato 18 settembre, al termine della cerimonia inaugurale, è stato annunciato il vincitore del Premio Michetti di quest’anno: si tratta dell’artista toscano Leonardo Petrucci, che con il suo tappeto “cosmico” ha convinto i giudici.
Tra i più longevi e autorevoli premi italiani, il Premio Nazionale di pittura Francesco Paolo Michetti, nato nel 1947 in onore dell’artista abruzzese, per oltre mezzo secolo si è posto l’obiettivo di valorizzare i diversi linguaggi dell’arte avvicendatesi nel tempo, coniugando espressioni della realtà locale ad aperture nazionali e internazionali. Tale carattere permane nella proposta curatoriale di Daniela Lancioni che, ispirata dalla figura di Francesco Paolo Michetti, pone lo sguardo al tema del paesaggio suggerendo una parabola che conduce all’opera di un altro artista abruzzese di fama mondiale, Ettore Spalletti destinatario di un vero e proprio omaggio generato dall’emozione per la sua recente scomparsa. Michetti e Spalletti, vissuti a circa un secolo di distanza l’uno dall’altro, hanno alcuni punti in comune, come rivela la curatrice, dalla scelta di non abbandonare la terra d’origine, nonostante la notorietà raggiunta, alla predilezione per le cromie verdeazzurre dell’Adriatico o per la luce che l’oro infonde nei dipinti, fino allo spirito aperto al dialogo con altri artisti e letterati e alla dedizione con la quale hanno saputo rendere eccezionale il luogo del loro raccoglimento e del loro lavoro. Ma il loro accostamento permette soprattutto di fissare i termini entro i quali contemplare ogni possibile immagine di paesaggio, da quello con figura di Michetti e del quale il MuMi conserva due eccezionali esemplari, a quello senza figura di Spalletti dove la qualità atmosferica del colore assorbe ogni cosa e la trasfigura.
Nello spazio esteso che intercorre tra queste due definizioni, paesaggio con figura e paesaggio senza figura strettamente legate alle categorie in uso nella storia dell’arte, si muovono gli 11 artisti invitati a partecipare al Premio: Simone Cametti, Eleonora Cerri Pecorella, Pamela Diamante, Myriam Laplante, Leonardo Magrelli, Alberto Montorfano, Marina Paris, Leonardo Petrucci, Mariagrazia Pontorno, Delfina Scarpa, Luis Serrano. Ciascuno di loro è presente con più di un lavoro così da rendere meno affrettato e più intenso l’incontro con i visitatori e le visitatrici della mostra. Sono artisti di generazioni diverse, che usano linguaggi e tecniche differenti, dalla pittura alla scultura e al disegno, dalla fotografia al video e alla performance. Alcuni hanno esordito da poco, nessuno ha mai partecipato al Premio Michetti.
In ciascuna delle loro opere il paesaggio è percepito in modo diverso. È la rielaborazione visiva di luoghi, vita sociale e sentimenti, Luis Serrano. Sono gli habitat dove una presenza femminile s’incarna – sostenuta dal sollievo dell’ironia – nella sirena che piange il suo fiume inquinato o nell’animale predato, Myriam Laplante. È il campo nel quale ripetere, con uno sforzo smisurato, quanto paradossale, l’azione della natura, Simone Cametti. Alberga nel cielo che le convenzioni internazionali hanno ripartito secondo la logica della sovranità nazionale, ma che a differenza delle acque, del suolo e del sottosuolo, continua a essere un bene alla portata di tutti, Eleonora Cerri Pecorella. Che anche prima della caduta del muro stendeva sull’intera città Berlino il suo identico manto, Maria Grazia Pontorno. Sono le nuove mappe nate dalla trasmigrazione dei linguaggi che mettono in gioco la propria intelligibilità, Alberto Montorfano. È un’area estetica e apocalittica, definita dall’accostamento di immaginazione e realtà: Pamela Diamante. Sono boschi o giardini trasfigurati da una delicata joie de vivre, Delfina Scarpa. È l’esercizio di immaginarsi in mondi diversi, Leonardo Petrucci. Filtra dalla membrana trasparente di una finestra metafora antica dello sguardo, Marina Paris o attraverso una catena di rimandi che corrompono le categorie del vero e del falso, Leonardo Magrelli. Michetti, Spalletti e nuovi paesaggi con o senza figura è uno spaccato che pone più domande che risposte. Così inteso – si chiede Daniela Lancioni – suona diverso il termine paesaggio? Può esso, rigenerato, permetterci di accostare Ettore Spalletti e gli artisti più giovani a Francesco Paolo Michetti? Possiamo appellarci alle invenzioni dell’arte per assegnare al paesaggio un valore collettivo nel quale, però, sopravviva l’arbitrio che si espone alla smentita? Da questi quesiti ha preso forma la 72a edizione del Premio Michetti.
La giuria del premio è composta da Enzo De Leonibus, Giulia Ferracci e Lucilla Meloni.
Partecipanti al Premio: Simone Cametti (Roma 1982), Eleonora Cerri Pecorella (Roma 1990), Pamela Diamante (Bari 1985), Myriam Laplante (Chittagong, Bangladesh 1954), Leonardo Magrelli (Roma 1989), Alberto Montorfano (Como 1984), Marina Paris (Sassoferrato 1965), Leonardo Petrucci (Grosseto 1986), Mariagrazia Pontorno (Catania 1978), Delfina Scarpa (Roma 1993), Luis Serrano (Madrid 1953).
Daniela Lancioni è nata nel 1959 a Roma dove risiede. È curatrice senior del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Tra il 1996 e il 2001 ha fondato e diretto lo Spazio per l’arte contemporanea Tor Bella Monaca (Associazione Beat 72 – Comune di Roma). Comitato tecnico scientifico. Renato Barilli, Claudio Cerritelli, Louis Godart, Anna Imponente, Fiorella Ivone, Rocco Sambenedetto, Carlo Tatasciore.