Tutti in manette i quattro della banda del tombino: in poche ore a segno furti con spaccata in tre diversi negozi tra Chieti e Francavilla. Si tratta di quattro giovani, due italiani e due di origine marocchina, tre dei quali con già a carico specifici precedenti di polizia. Beccati sul fatto al quarto colpo
A scoprirli e arrestarli i carabinieri della stazione di Francavilla al Mare col supporto del N.O.R. di Chieti e dei carabinieri della stazione di Chieti Principale, d’intesa con la Procura della Repubblica teatina: si tratta di quattro giovani ragazzi, due italiani e due di origine marocchina, tre dei quali con già a carico specifici precedenti di polizia, con l’accusa per aver commesso tre furti aggravati continuati in concorso in tre esercizi pubblici, due a Chieti, uno a Francavilla al Mare, e un tentato furto aggravato in concorso sempre a Francavilla nonché tutti accusati per possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso.
Nottata movimentata con spaccate a raffica ai danni di due noti esercizi pubblici, prima lungo via Arniense e poi lungo via Picena, a distanza di nemmeno mezz’ora: sulle vetrine e le porte d’ingresso colpi di tombini in ghisa prelevati poco prima nelle vicinanze. Una volta all’interno asportato dal registratore di cassa denaro contante. Non particolarmente soddisfatti dei colpi messi a segno a bordo di una golf nera i quattro vanno verso Francavilla al Mare: con lo stesso modus operandi nel loro mirino un altro noto locale lungo la Nazionale Adriatica Nord, dove anche qui hanno sfondato la vetrina a colpi di tombino.
Poco più tardi, i quattro uomini si sono spostati lungo la Nazionale Adriatica Sud e quando stavano per mettere a segno il quarto colpo sono stati beccati in flagranza di reato dai carabinieri, coordinati grazie anche alla locale Centrale Operativa.
Una volta in caserma, i carabinieri sono riusciti a ricostruire l’intera dinamica ricollegando gli episodi: preziose le testimonianze dei passanti e le telecamere di videosorveglianza nei cui filmati elementi preziosi.
I quattro sono stati portati nei carceri di Chieti, Lanciano e Pescara. La refurtiva è stata recuperata e successivamente restituita all’avente diritto.