Dovrà rispondere di istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo il 31 enne pakistano FAIZ Arslan residente da 3 anni a Francavilla al Mare ma arrestato a Bari il 15 dicembre scorso. Su Facebbok e via whatsapp video e fotogrammi di propaganda jihadista
Il 15 dicembre scorso i militari del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri hanno eseguito a Bari il decreto di fermo, della Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di L’Aquila, nei confronti del 31enne pakistano FAIZ Arslan. Il fermo è stato convalidato e il 31 enne è finito in cella con l’accusa di istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo.
Lo straniero, già residente a Francavilla al Mare da circa 3 anni ed impiegato come auto lavaggista, era stato precedentemente colpito, il 18 agosto scorso, dal provvedimento di espulsione dal territorio nazionale per ordine e sicurezza pubblica e si trovava perciò in attesa dell’esecuzione del rimpatrio coattivo.
La misura cautelare è il frutto di una complessa ed articolata attività di indagine dei Carabinieri del ROS, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo dell’Aquila, durante la quale si è potuto dimostrare un rapido ed intenso processo di “autoradicalizzazione” islamica del pakistano, che aveva assunto connotazioni estremiste di natura salafita. Indizio, quest’ultimo, che ha spinto gli inquirenti a svolgere ulteriori attività investigative nei confronti del FAIZ, riuscendo a documentare una sua continua attività di propaganda apologetica, tramite Facebook, consistente in “post” e commenti a favore dei metodi terroristici e delle vittorie delle milizie talebane. Gli inquirenti hanno altresì dimostrato come FAIZ abbia inoltrato a più persone, via WhatsApp, video e fotogrammi di propaganda jihadista, palesando un’esplicita attività di istigazione a commettere i delitti di partecipazione ad associazioni con finalità di terrorismo ed attentati terroristici. Il FAIZ si rivolgeva in lingua urdu ai propri concittadini, sia quelli residenti in Italia che in Pakistan, tentando di influenzarli in senso radicale, pubblicando immagini elogiative dei talebani, e in particolare dell’organizzazione terroristica Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP). Sul suo telefono, precedentemente sequestrato, sono stati trovati molti video e fotografie, alcuni dei quali anche pubblicati e condivisi sui social, dei campi di addestramento in Afghanistan, di miliziani armati, effigi di Osama Bin Laden e dei leader talebani, con espressioni elogiative nei confronti delle organizzazioni jihadiste, invitanti anche esplicitamente al martirio contro gli “infedeli”.
Il processo penale, che dovrà stabilire l’eventuale responsabilità penale del Faiz rispetto alle accuse mosse dalla Procura Distrettuale, sarà incardinato dinanzi al Tribunale di L’Aquila.