Il quartier generale di Fratelli d’Italia al completo, oggi pomeriggio, per l’annunciato flash mob sulle imprese in crisi, davanti il Mercatone Uno, a Sambuceto, “tra i siti produttivi simbolo di un crollo aziendale imperante”.
Le province di Chieti e Pescara unite da un comune obiettivo: quello di ribadire che non servono politiche passive di accompagnamento verso il reddito di cittadinanza ma politiche attive di impresa per prevenire e salvaguardare il tessuto produttivo. I coordinatori provinciali e cittadini di Fdi hanno rimarcato all’unisono che occorre strutturare un sistema che incentivi la reindustrializzazione, unico modo per preservare il mondo imprenditoriale.
“La crisi non va in vacanza”, questo il motto scelto per l’evento che si è svolto in contemporanea su tutto il territorio nazionale, a partire da Roma dove la leader di partito Giorgia Meloni ha manifestato davanti il Ministero dello Sviluppo Economico.
“Crescita zero ed aumento delle aziende che chiudono – ha esordito il coordinatore provinciale di Chieti, Antonio Tavani – esattamente come Mercatone Uno, drammatico esempio abruzzese di azienda con i cancelli sbarrati. Risultati che non danno di certo ragione ad un Governo che, con i suoi “no” ideologici, continua a tenere ferma l’Italia. Fratelli d’Italia reclama una presenza più pronta, forte ed autorevole sulle crisi aziendali, troppe volte il Governo è arrivato tardi su situazioni grandi e piccole, come la Ball di San Martino, altro triste emblema in provincia di Chieti. Ad Atreju, il prossimo settembre – annuncia – ci sarà ampia occasione per conoscere le nostre nuove politiche industriali e di salvaguardia del brand Italia”.
Tra le proposte di Fratelli d’Italia, figura la creazione del “Pronto Soccorso Aziendale”: una nuova Struttura per la crisi d’impresa gestita da un coordinamento stabile tra Mise, Regione, associazioni di impresa e sindacati, atto a gestire le emergenze e prevenire le crisi, utilizzando appieno i fondi europei e gli altri strumenti finanziari di cui spesso gli attori, anche pubblici, non sono a conoscenza. Un sistema che consentirebbe di arrivare in tempo, prima che i danni aziendali ed occupazionali diventino irrecuperabili.
“Uno strumento ‘salva azienda’ – dichiara il coordinatore provinciale di Pescara, Stefano Cardelli – esempio concreto di politica attiva. Non è accettabile assistere ad un governo che non agisce, lasciando morire le attività produttive, a fronte di 200 pratiche aperte sul tavolo di crisi aziendale del Ministero. Meno selfie di rappresentanza e più fatti . Vigileremo costantemente, anche quando l’Italia si ferma per andare in ferie, affinché al posto dei vaniloqui si compiano azioni concrete”.
“Un Ministero che non è in grado di fornire neanche numeri esatti su i tavoli di crisi nazionale attualmente aperti – aggiunge il coordinatore cittadino di Chieti, Roberto Miscia – che si riunisce per ben 82 volte senza mai dare una soluzione industriale, se non il prolungamento della cassa integrazione in attesa dell’inevitabile chiusura degli impianti, può significare una sola cosa, che siamo di fronte ad una chiara incapacità e mancanza di visione nella gestione delle crisi industriali. Altra proposta di Fdi – dichiara Miscia – è rappresentata dalla necessità di integrare i tavoli di crisi con chi conosce pienamente le specifiche realtà d’impresa, tra cui 4 parlamentari del territorio, i rappresentanti delle associazioni di impresa, dei sindacati, di Regioni ed Enti locali, oltre a quelli di CDP (Cassa depositi e prestiti) ed Invitalia”.
“Da nord a sud i dati sono raccapriccianti – prosegue il coordinatore cittadino di Pescara, Roberto Carota – troppe attività produttive abbassano la saracinesca, ma non per andare in vacanza. I costi del lavoro e la mole di tasse da pagare rappresentano la pesante spada di Damocle sulle teste degli imprenditori. Una buona politica dello sviluppo economico non può non passare attraverso la riduzione delle tasse. Abbattere il più possibile i costi del lavoro consente di far vivere le attività , di non licenziare il personale ed anzi permette assunzioni laddove ce ne fosse necessità. Altra prerogativa per la quale Fratelli d’Italia continuerà ad impegnarsi – precisa Carota – è la difesa del made in Italy: significa salvaguardare tutte le aziende che producono il loro prodotto in Italia, con materia prima italiana, e da lavoratori Italiani”. A settembre, Fratelli d’Italia si porrà come interlocutore del sistema industriale e presenterà un progetto completo di riforme ed interventi di politica industriale alla forze sociali e produttive, e successivamente in Parlamento.
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