“L’impresa è parte integrante di tutte le strategie di sviluppo. Vogliamo impegnarci grazie alla nostra conoscenza dei mercati, dell’industria, grazie alla nostra presenza nei diversi Paesi e anche alla nostra capacità di realizzare progetti”. Lo ha detto Emma Marcegaglia, presidente del B7, durante i lavori in corso a Pescara in occasione del G7 Sviluppo
Nella sala consiliare del Comune di Pescara, ringraziando il ministro degli Esteri, AntonioTajani, “punto di riferimento più importante e costante”, Marcegaglia ha sottolineato che “è stata la prima volta, nella storia del B7, che il B7 e il G7 hanno interagito così profondamente e così spesso. Sono orgogliosa di questo dialogo perché penso che sia stato un grande segnale sia per i governi che per le imprese. Ma soprattutto, spero che siamo riusciti a sostenere concretamente il G7 italiano”.
La presidente del B7 ha ricordato che sono state scelte “quattro semplici parole per indicare perché e come le imprese si impegnano sulla strada dello sviluppo: ‘non lasciare indietro nessuno’. All’interno di queste parole ci sono i nostri obiettivi e le nostre idee. I Paesi del G7 sono i maggiori fornitori di aiuti allo sviluppo a livello mondiale, con circa 169 miliardi nel 2023, pari a quasi il 60% della crescita globale”.
“Oggi più che mai – ha detto ancora Marcegaglia – i conflitti militari, gli shock sistemici e gli attriti geopolitici colpiscono in modo particolarmente pesante le persone più vulnerabili, mettendo a rischio i risultati raggiunti finora nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile e sentiamo la responsabilità di contribuire a costruire ponti equi, durevoli ed efficaci tra i partner avanzati e quelli meno sviluppati”. “La cooperazione – ha proseguito – non è solo un obiettivo, ma un imperativo collettivo per navigare nelle acque inesplorate attuali, il G7 è chiamato a guidare la comunità globale in modo collettivo e inclusivo, ponendo la cooperazione sullo sviluppo al centro della sua azione e con il piano Mattei l’Italia sta
mostrando un modo innovativo di raggiungere il continente africano per sostenere uno sviluppo autosufficiente”.