Eseguita nelle ultime ore a Kiev l’autopsia su Massimiliano Galletti. Morto dopo un mese di coma per l’esplosione di un ordigno il soccorritore di San Benedetto del Tronto iscritto all’Associazione Nazionale Carabinieri di Chieti: è la prima vittima italiana del conflitto
È già stata allertata un’organizzazione internazionale di onoranze funebri che si occuperà del trasporto del feretro via terra, perché lo spazio aereo è chiuso. Galletti, 59 anni, esperto nella guida di cani molecolari, era in Ucraina come volontario paramedico per aiutare i soccorsi a Karkiv dove il 28 settembre è stato raggiunto da una scheggia di un Rpg (una sorta di mortaio) che non gli ha dato scampo. Dopo un mese in coma l’uomo è morto. Esperto nell’addestramento e l’utilizzo dei cani molecolari, era iscritto all’Associazione Nazionale Carabinieri di Chieti, ed aveva partecipato a diverse operazioni come soccorritore anche in occasione del terremoto dell’Aquila.
L’esito dell’autopsia è stato confermato al Tg8 dal legale pescarese della famiglia, Carla Tiboni la quale è in continuo contatto con l’Ambasciata Italiana. Tiboni parla di notizie ancora frammentarie.
Le parole della figlia Aurora sui social per ricordare il padre: “Sei volato via da eroe per me e per tutte le persone che hai salvato in questi anni”. Non era un foreign fighter ma svolgeva servizio di assistenza ai combattenti al fronte in una località non distante dalla capitale ucraina. Nelle retrovie, dove operava, il colpo fatale di granata e la morte dopo un mese di coma in ospedale.
Il commiato del sindaco della città marchigiana di San Benedetto del Tronto Antonio Spazzafumo che ieri ha incontrato la moglie di Galletti e due sorelle della vittima, si sta interessando per il ritorno in patria della salma del 59enne che era un dipendente comunale in aspettativa per questa missione umanitaria: era ‘soccorritore paramedico’, impegnato con le unità cinofile, nella ricerca di persone ferite o morte durante i combattimenti. Della vicenda è informata la Questura di Ascoli che è in contatto con il ministero degli Esteri, e la diplomazia si è attivata. “La parte italiana dell’iter per il rientro è completa, ieri i tempi sembravano brevi; ma ci sono ancora le questioni in Ucraina da sistemare”, dice all’ANSA il sindaco Spazzafumo che aveva incontrato qualche mese fa Galletti negli uffici del palazzo comunale, e ci aveva parlato per qualche istante prima della partenza verso l’Ucraina.