Giornata nazionale del Made in Italy celebrata oggi al Gssi con l’evento Storia e attività del Gran Sasso Science Institute, organizzato in collaborazione con il ministero delle imprese e del Made in Italia e con la struttura di missione sisma 2009
Il Gran Sasso Science Institute ha raccontato alla platea, fatta anche di ragazzi delle scuole superiori cittadine, di tutte le importanti attività di ricerca che si portano avanti e che rappresentano appunto un’eccellenza italiana.
«Per avere successo è necessario collaborare, coordinarsi ed essere inclusivi. Oggi tutte le sfide scientifiche e tecnologiche si possono superare con il contributo di tutti e la differenza dei singoli». Lo ha detto Marica Branchesi, professoressa di Astrofisica del GSSI durante la lectio magistralis tenuta oggi per la Giornata Nazionale del Made in Italy al Gran Sasso Science Institute.
Branchesi, davanti a circa cento studenti delle scuole superiori de L’Aquila e a numerose istituzioni, ha raccontato le scoperte scientifiche degli ultimi dieci anni: le onde gravitazionali e la nascita dell’astronomia multi-messaggera, il nuovo progetto dell’Einstein Telescope e l’osservazione dallo spazio con il Lunar Gravitational Wave Antenna.
«Non sono scoperte e idee nate da un genio solitario, ma grazie alla collaborazione di migliaia di scienziati», ha detto la professoressa Branchesi.
La giornata, organizzata dalla Struttura Tecnica di Missione del Sisma 2009 con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e la collaborazione del GSSI, è iniziata con i saluti dell’assessora del Comune dell’Aquila Ersilia Lancia che ha evidenziato come la creazione dell’istituto di alta formazione aquiliano sia stata tra le basi della rinascita post-terremoto.
«Il GSSI, con la sua interdisciplinarità e i progetti innovativi, è stato un investimento importante e riuscito che ha contribuito alla rifioritura della città in un momento così drammatico», ha sottolineato il prorettore Nicola Guglielmi.
Tra gli interventi, anche quello del direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso Ezio Previtali che ha illustrato numeri e attività del più importante laboratorio underground al mondo: 22 esperimenti nelle tre sale lunghe circa centro metri, e tra questi c’è anche DarkSide20k per la ricerca della materia oscura, che coinvolge 1330 scienziati, di cui due terzi stranieri. Roberto Aloisio, professore e direttore dell’Area di Fisica al GSSI, ha spiegato invece di Nuses, la missione spaziale per lo sviluppo di nuove tecnologie di osservazione dallo spazio. Un tema, quello della space economy, approfondito da Leonardo Mazzini, Chief Technology Officer per Thales Alenia Space che ha sottolineato l’importanza di fare sistema.
A trarre le conclusioni della giornata di lavori è stato il consigliere Mario Fiorentino, coordinatore della Struttura Sisma Abruzzo 2009.
«La ricerca scientifica e tecnologica è uno degli asset delle politiche di sviluppo nell’ambito dell’opera di ricostruzione di questo territorio e la Struttura Sisma 2009 ha sostenuto molte delle attività organizzate in questi anni dal GSSI – ha detto alla platea – ai tanti giovani oggi qui presenti voglio evidenziare l’eccellenza, la creatività e l’ingegno che contraddistinguono l’ecosistema della formazione e della ricerca aquilana, che sia di ispirazione e coinvolgimento per le nuove generazioni e per le loro future professioni».
E a proposito di ricerca, quella di ieri è stata una giornata memorabile per la ricerca scientifica all’Aquila perché presso i laboratori nazionali del gran sasso è stato inaugurato l’esperimento internazionale Cosinus che mira a svelare quello che è considerato uno dei più grandi misteri dell’universo: la materia oscura. Un progetto che è frutto della collaborazione tra diversi paesi, Italia compresa con i laboratori. Ciò che rende unico l’esperimento è la possibilità di misurare contemporaneamente la luce e il calore prodotti dalle particelle nello ioduro di sodio che per la prima volta funzionerà come calorimetro criogenico scintillante. Combinare le due misure permetterà di identificare la natura delle particelle interagenti, riducendo il fondo ambientale generato da particelle diverse da quelle di materia oscura.
Protagonista assoluto dell’esperimento è l’istituto di ricerca dell’INFN, il più grande laboratorio sotterraneo al mondo, situato a 1400 metri di profondità, lontano dalle interferenze della radiazione cosmica. La particolare collocazione del laboratorio consentirà all’esperimento COSINUS di osservare fenomeni che sarebbero altrimenti impossibili da rilevare.