È stata particolarmente complessa la procedura di espulsione dal territorio italiano del cittadino americano 50enne, protagonista della nottata di follia, lo scorso 17 novembre nel porto di Giulianova.
In quella occasione aveva sfasciato una imbarcazione da diporto e minacciato con un coltello il proprietario che lo aveva scoperto e i carabinieri che erano intervenuti per bloccarlo. Nei confronti dell’uomo, la Direzione centrale della Polizia criminale aveva diramato un bollettino del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, in cui ipotizzando la presenza dell’uomo in Italia, lo si definiva molto pericoloso, essendo evaso da un manicomio criminale del Minnesota: era detenuto per aver tenuto segregato il padre e resosi protagonista di una sparatoria con la polizia americana prima della sua cattura. Lo scorso 17 gennaio l’americano ha patteggiato la pena di un anno e dieci mesi di reclusione per rapina impropria e resistenza dinanzi al gup del tribunale di Teramo, Domenico Canosa, e poi dinanzi al giudice di pace per quanto riguarda l’espulsione. Messo a disposizione della Questura, l’Ufficio Immigrazione ha avviato l’iter procedurale che ha richiesto la stretta collaborazione dell’Ambasciata americana in Italia al fine di poter procedere all’espulsione dell’uomo in quanto pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica. È stato necessario organizzare una scorta specializzata che lo ha accompagnato negli Stati Uniti, composta da quattro uomini della Polizia di Stato, tra cui un medico ed un infermiere, la cui presenza si è resa necessaria proprio per le precarie condizioni mentali dell’uomo. Fino all’aeroporto di Fiumicino è stato accompagnato da una scorta medica in ambulanza. Con non poche difficoltà, il 50enne è stato imbarcato alla volta degli Stati Uniti e, atterrato a New York, all’aeroporto JFK, è stato affidato dagli agenti di Teramo ai Marshall del Minnesota.