Proseguono senza sosta le indagini sulla tragica morte di Fabiana Piccioni, la 46enne di Giulianova trovata semicarbonizzata in via Cavoni
Il corpo senza vita è stato trovato a distanza di sette giorni dalla scomparsa della donna, avvenuta il 2 gennaio. L’inchiesta, guidata dai carabinieri e coordinata dalla Procura, ruota attorno a diverse ipotesi, ma una in particolare inizia a prendere corpo: Fabiana potrebbe essere morta nel luogo in cui è stata ritrovata, all’interno della macchina di un conoscente.
Secondo questa ricostruzione, la donna avrebbe avuto un malore fatale, forse dovuto all’assunzione di un mix di droghe, e l’uomo, in preda al panico, avrebbe poi portato il corpo fuori dall’abitacolo e lo avrebbe dato alle fiamme nel tentativo di occultare le tracce.
Gli investigatori non escludono altre piste, ma stanno concentrando i loro sforzi sui contatti più recenti della donna. I tabulati telefonici analizzati hanno rivelato che una delle ultime chiamate effettuate dal cellulare di Fabiana, prima che il dispositivo risultasse spento il 3 gennaio, ha agganciato una cella telefonica nella zona dell’Annunziata sempre a Giulianova. Questo dettaglio potrebbe rivelarsi cruciale per individuare chi fosse con lei nei suoi ultimi momenti.
Un ruolo importante nelle indagini lo stanno giocando le immagini delle numerose telecamere di sorveglianza presenti nell’area. I carabinieri hanno acquisito ore di filmati da impianti pubblici e privati, nella speranza di tracciare gli ultimi movimenti di Fabiana o di individuare eventuali presenze sospette nei dintorni del luogo del ritrovamento. Nel frattempo, le ricerche proseguono per rintracciare tre elementi fondamentali: i vestiti che la donna indossava al momento della scomparsa, il suo telefono cellulare e la bicicletta con cui era solita muoversi. Questi oggetti potrebbero fornire ulteriori indizi per fare chiarezza sulle ultime ore della sua vita.