Un escursionista aquilano è deceduto sul Sentiero del Centenario sul Gran Sasso: si tratta di Berardino Romano, docente universitario di 66 anni. Lo fa sapere il Soccorso Alpino
Si sono concluse le operazioni di recupero dell’escursionista precipitato sul sentiero del centenario, il cui corpo è stato individuato nella tarda serata di ieri dai tecnici della stazione aquilana del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Lo rende noto lo stesso Cnsas. Una volta raggiunto il punto, il medico del Soccorso Alpino non ha potuto far altro che constatare il decesso. Con le prime ore del giorno sono riprese le operazioni di recupero, rese complicate dal fondo estremamente friabile: la salma è stata spostata con manovre di corda fino al punto in cui l’Elisoccorso de L’Aquila ha potuto procedere al recupero con una lunga verricellata.
L’allarme ai soccorsi è stato inviato dalla moglie, preoccupata per il mancato rientro del marito, segnalando la riferita intenzione della vittima di fare un’escursione sul Gran Sasso. I tecnici della stazione aquilana del CNSAS si sono subito recati a Campo Imperatore, individuando l’auto nei pressi di Vado di Corno. Le ricerche si sono quindi concentrate sul sentiero del centenario ed il corpo è stato individuato e raggiunto lungo uno dei valloni che affacciano sul versante teramano.
Docente di Tecnica E Pianificazione Urbanistica, alla facoltà di Ingegneria dell’Aquila, di Romano molti conoscevano la passione per la montagna e le vette abruzzesi: ” Persona stimata e amante della montagna” così lo ricorda il Rettore Edoardo Alesse.
Era professore ordinario di Pianificazione territoriale e Tecnica urbanistica. Si era laureato in Ingegneria Civile all’Aquila nel 1983 col massimo dei voti, svolgendo una tesi di laurea avente per
oggetto la metodologia di studio per la pianificazione di un Parco Naturale Regionale e la sua applicazione al comprensorio del massiccio montuoso del Gran Sasso d’Italia. E proprio da questa montagna è stato tradito. Sarebbe scivolato lungo il sentiero. Da anni studiava il fenomeno del consumo del suolo e della dispersione urbana, argomenti sui quali aveva scritto report e studi scientifici per conto di Ispra.
Si allunga il tragico bilancio dei morti sul massiccio abruzzese nel 2023: sono cinque le persone decedute in incidenti in quota, di cui tre nello scorso maggio, questi ultimi considerati escursionisti esperti.
Il 7 maggio Fabio Racanella, istruttore alpinista di 52 anni di Orvieto, muore dopo essere caduto per una cinquantina di metri lungo la tortuosa e ripida discesa di Canale Bissolati sul
Corno Grande. L’uomo stava scendendo con gli sci da alpinismo dalla vetta del Gran Sasso a quota 2.700 metri.
Il 27 maggio Raffaello Toro (44), di Spoltore e Gianluca Camplone (51), pescaresi, muoiono nel corso di una scalata in cordata al Corno Piccolo, nel canale Sivitilli, sopra ai Prati di Tivo, sul versante teramano del Gran Sasso, precipitando dopo un volo di diverse centinaia di metri.
L’8 luglio un alpinista romano, Davide Destriere 52 anni, muore sul Corno Piccolo. L’uomo era il primo di cordata insieme ad un altro escursionista lungo la Via Mirka sul Corno Piccolo, sul Gran Sasso: al quarto tiro, è volato giù lungo la parete ed è deceduto dopo essere finito incastrato in una nicchia della parete sottostante.
Il servizio del Tg8