I numeri sono in aumento: estate e inverno in montagna si verificano sempre più incidenti che richiedono l’intervento dei soccorsi
A documentarlo è il Soccorso alpino e speleologico, che la settimana scorsa ha effettuato ben otto recuperi di persone in difficoltà sul Gran Sasso.
“Spesso alla base c’è una sottovalutazione del rischio, il meteo in quota non perdona e troppo spesso manca un adeguato equipaggiamento”, dice il consigliere comunale con delega alla montagna Luigi Faccia nella lettera inviata al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio.
I soccorsi costano, il recupero di otto persone ad esempio si aggira sui 16 mila euro. In Abruzzo c’è una legge regionale che prevede una compartecipazione dell’utente soccorso, nel caso in cui la prestazione o gli accertamenti diagnostici si rivelino non necessari. L’utente è chiamato a compartecipare alle spese, inclusi recupero e trasporto, per l’intervento dei soccorritori e dell’elisoccorso in ambiente ostile e impervio.
La legge c’è ma manca la parte attuativa che invece, per Faccia, potrebbe evitare che persone mal equipaggiate o poco esperte possano avventurarsi con imprudenza, mettendo a rischio la loro vita e quella dei soccorritori.
Faccia propone anche l’installazione di una cartellonistica adeguata, affinché si dia una corretta informazione sui rischi e i comportamenti corretti da adottare durante una escursione e una sorta di controllo prima delle partenza per individuare persone non adeguatamente equipaggiate.