Si apre una guerra di campanile, l’ennesima tra L’Aquila e Pescara, ma questa volta per un quadro. La diatriba si accende sulla straordinaria tela di Francesco Paolo Michetti del 1880 “I Morticelli” che oggi si trova in città, nella nuova sala dedicata all’800 e al 900 al Munda inaugurata dalla direttrice del museo Maria Grazia Filetici che lascia l’incarico a poco più di un anno dall’insediamento.
Il Munda oggi è un organismo autonomo che non è più sotto la direzione regionale dei musei. Nei giorni scorsi il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli denunciando le carenze di organico a Casa D’Annunzio aveva parlato di una spoliazione di opere fatta in sordina. La Filetici inaugurando la nuova sala del museo ha sottolineato il ruolo di quest’opera che è al centro dell’esposizione e il nuovo spazio e’ costruito proprio attorno ai Morticelli. Il museo nazionale d’Abruzzo lo acquisto’ nel 2005. Da allora è stato nella casa Natale di D’Annunzio a Pescara.
Qui entra in gioco Pescara. Per il riallestimento delle sale di 800 e 900 il Munda ha chiesto e ottenuto di avere opere in deposito presso la casa Natale di D’Annunzio, tra queste il Morticelli. Le operazioni di prestito sono prassi consolidate ma Blasioli ha attaccato la direzione regionale che non avrebbe concordato tali spostamenti con le istituzioni locali. Casa D’Annunzio al momento è interessata anche da lavori di restauro. In Casa D’Annunzio I Morticelli hanno sempre avuto un ruolo espositivo di preminenza.
Il primo cittadino di Pescara Carlo Masciil 5 novembre scorso si è rivolto alla Soprintendenza anche per sollecitare il ritorno a Pescara dell’opera sottolineando come la stessa fosse stata molto amata dal Vate e citata da questi nei suoi scritti.
Ora è da comprendere se l’esposizione aquilana è temporanea ma sembra improbabile dal momento che si è puntato proprio su quest’opera per allestire la sala. A rimpinguare il fuoco ci pensa anche Marzio Maria Cimini, curatore della mostra “D’Annunzio segreto” a Casa d’Annunzio, che parla di “totale assenza di dialogo tra istituzioni su questo spostamento” e sostiene che “l’opera non è stata in esilio ma si tratta di un quadro che è nato sulla Marina e che forse starebbe meglio al mare, rammaricandosi pure del fatto che i pescaresi non abbiano ancora manifestato il loro dissenso verso la “perdita” di quest’opera così importante”.