La guerra in Ucraina non avrà effetti sulla produzione di pasta. A metterlo in chiaro è Filippo De Cecco, a capo di una delle più grandi aziende alimentari italiane.
Intervistato da un autorevole quotidiano economico dichiara che, “no”, non ci sarà un problema di carenza di materie prime per il settore. “Si è fatta un po’ di confusione”, dice l’imprenditore.
“Russia e Ucraina sono grandi produttori di grano tenero, che è la materia prima di pane, biscotti e prodotti da forno. Per la pasta – spiega De Cecco – serve obbligatoriamente il grano duro
che rappresenterà il 10 forse il 20% massimo del raccolto di Russia e Ucraina”. L’industria italiana della pasta non si troverà di fronte ad una carenza di grano dato che “ha bisogno in media di 60 milioni di quintali l’anno. Ne produciamo in media 40 milioni. Un terzo lo compriamo all’estero”, spiega l’imprenditore. “Le fake news hanno fatto ripartire gli aumenti di prezzo”, denuncia il produttore. L’attuale spirale di rialzi, in realtà, “dura dalla scorsa estate” ed cominciata con la carenza del raccolto canadese “per difficoltà climatiche”, spiega De Cecco. Così “si è innescata una spirale di aumenti dei listini che ha portato il prezzo del grano duro dai 30 euro al quintale fino a oltre la soglia dei 50 euro”.