Assoluzione per tutti i sette imputati, per prescrizione del reato, nel processo per la presunta maxi truffa da 10 milioni di euro alla Honda Italia di Atessa
La sentenza è stata emessa dal giudice di Lanciano Maria Teresa Pesca che entro 90 giorni depositerà le motivazioni. Di truffa semplice, dopo l’iniziale caduta del più grave reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, erano imputati Silvio Di Lorenzo, ex direttore dello stabilimento di Atessa e vice presidente Honda Italia, i figli Matteo Romolo e Francesco e i manager di importanti aziende dell’indotto Honda che sono Pietro Rosica e Gabriele Domenico Scazzi, quindi Antonio Di Francesco. Il giudice Pesca ha poi stabilito il non doversi procedere nei confronti di Giovanna Piera Maesa, moglie di Di Lorenzo, per intervenuto decesso. Nel corso del processo l’intero collegio difensivo aveva sottolineato “Sono del tutto estranei alla vicenda”.
Il legale del principale imputato Di Lorenzo, l’avvocato Augusto La Morgia, commenta:
“Abbiamo vinto su tutto il fronte. Sono soddisfatto della sentenza, ma ricorrerò in Appello per ottenere un’assoluzione ampia, nel merito, per non aver commesso il fatto”.
La Procura di Lanciano accusava gli imputati di ingiustificate e gravi perdite alla Honda, dal 2007 al 2012, con forniture ad aziende dell’indotto con costi maggiori per il colosso giapponese, produttore di moto, puntando su una presunta rete affaristica di famiglia, amicizia e interessi personali attraverso società schermo. La Honda Italia Industrie Spa aveva chiesto un milione di euro per danni all’immagine. In sede civile, il Tribunale delle Imprese dell’Aquila ha emesso nel 2021, in primo grado, una sentenza risarcitoria di 6,25 milioni di euro contro gli stessi imputati, con l’esclusione di Rosica (assistito dall’avvocato Evo Talone) nei confronti del quale la domanda di risarcimento è stata rigettata.