E’ operativo da ieri, lunedì 11 ottobre, il nuovo centro vaccinale della Asl di Pescara al Città Sant’Angelo Village Outlet, in via Moscarola. In poche ore centinaia di utenti si sono riversati nella struttura per sottoporsi alla vaccinazione anti Covid.
Il centro, organizzato con otto linee di vaccinazione, ognuna delle quali prevede un percorso preciso con accesso e registrazione, attesa e anamnesi, vaccinazione, post-vaccinazione, è stato letteralmente preso d’assalto dagli utenti. Come segnalato da un lettore alla redazione di Rete8, subito dopo l’attivazione del centro si sono registrate lunghe code e qualche disagio. Il centro, lo ricordiamo, sarà aperto tutti i giorni, dal lunedì al sabato, dalle ore 09.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 20.00 (ultimo appuntamento ore 19.00). Le vaccinazioni si terranno anche senza prenotazione. Nella struttura verranno eseguiti sia i richiami sia le prime dosi.
Intanto la presidente provinciale di Confesercenti Pescara, Marina Dolci, ed il presidente di Confcommercio Pescara Riccardo Padovano hanno scritto al Prefetto, ai sindaci di Pescara, Montesilvano e Spoltore ed alla direzione generale della Asl per chiedere di trovare rapidamente un’alternativa al polo vaccinale attivo da ieri nell’Outlet Village di Città Sant’Angelo in sostituzione dei centri vaccinali finora attivi in diversi Comuni.
«Facciamo davvero fatica a credere che fra i Comuni di Pescara, Spoltore e Montesilvano non si sia trovata un’area libera – spiegano i presidenti delle due associazioni di categoria – e non si può pensare di utilizzare il diritto alla salute per incentivare migliaia di famiglie ad entrare nell’Outlet Village, fra l’altro verso il periodo natalizio che per alcuni settori rappresenta anche la metà del fatturato annuale. Si può e si deve fare uno sforzo organizzativo per evitare che la generosità di uno spazio gratuito si trasformi in una grande occasione di business a svantaggio di migliaia di negozi dei centri cittadini. Abbiamo l’impressione che la Asl e i sindaci abbiano sottovalutato questi aspetti – concludono Marina Dolci e Riccardo Padovano – perché oltre alla difficoltà nella quale vengono obiettivamente messi molti pazienti nel raggiungere un luogo lontano e non ben collegato, questa operazione potrebbe avere un effetto notevole sui consumi, visto che tutte le famiglie saranno chiamate a recarsi al centro vaccinale per completare la seconda dose o iniziare il terzo richiamo. La concorrenza sleale non ci piace, tantomeno che si utilizzi la scusa dei vaccini».