Inevitabile la raffica di critiche e commenti alle dichiarazioni clamorose rese negli studi di Rete8 dal neo assessore regionale Mauro Febbo sulla sua contrarietà ad istituire il Parco della Costa Teatina.
Intervenuto alla trasmissione “I Fatti e le Opinioni”, andata in onda venerdì scorso su Rete8, Mauro Febbo aveva dichiarato in risposta a precisa domanda del conduttore Carmine Perantuono:
“Hanno detto che per 18 anni il Parco Nazionale della Costa Teatina è rimasto bloccato per colpa mia. Ebbene, lo sarà anche nei prossimi cinque”
In particolare Febbo si riferiva agli eccessivi vincoli che l’istituzione di un Parco comporterebbe allo sviluppo turistico del territorio. Dichiarazioni forti che hanno scatenato un ampio dibattito sul tema e che ha visto le repliche di numerosi tra politici ed ambientalisti:
“Le cose stanno esattamente al contrario di quanto afferma Febbo- dichiara l’ex assessore regionale Silvio Paolucci – Bloccare l’istituzione del parco sarebbe un errore gravissimo. Vedremo se vorrà davvero mantenere questa posizione. Nel caso, siamo pronti a mettere in campo tutti gli strumenti di iniziativa politica perché questo obiettivo venga colto.”
Sulla vicenda interviene anche Luciano Di Tizio Delegato Abruzzo del WWF che, ironicamente, precisa il deciso avanzamento dell’iter per l’istituzione del Parco, la cui ultima parola spetta al Presidente del Consiglio e non a Febbo:
“La vicenda è nelle mani del presidente del Consiglio che deve solo inviare la pratica al presidente della Repubblica per la firma. L’auspicio è che il ministro Costa, che a differenza di alcuni tra i suoi alleati ben conosce il valore anche economico della tutela ambientale, voglia premere perché tutto questo finalmente avvenga”
Da registrare anche una nota inviata dal segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo:
“Il neoassessore Mauro Febbo ospite di Rete8 si è vantato di aver bloccato il Parco della Costa Teatino. In realtà Febbo millanta “meriti” che non ha. È stato il Pd negli ultimi 5 anni prima a congelare la peraltro striminzita perimetrazione. Insomma il programma di Febbo è stato realizzato da D’Alfonso e dai suoi lacchè. Va dato a Febbo di aver tenuto sempre una posizione antiambientalista coerente, mentre il Pd si contraddistingue per la lingua biforcuta. Preoccupano le parole di Mauro Febbo perché danno l’idea che un patrimonio di bellezza come la Costa Teatina invece di essere valorizzato possa essere oggetto di un assalto speculativo. Si dovrebbe convenire che lo stop a nuove costruzioni e il recupero del patrimonio edilizio esistente siano essenziali per salvaguardare una costa che con la pista ciclabile può diventare un riferimento internazionale per il cicloturismo. La Regione aggiornando il Piano Paesistico dovrebbe deliberare l’inedificabilita’ e lo stop al consumo di suolo sulla Costa Teatina. In tal senso va apprezzata la decisione del comune di San Vito di bloccare il megaresort. Solo un movimento ambientalista autonomo dai cementificatori di centrodestra e centrosinistra può condurre questa lotta. Non disperiamo.”
Sulla vicenda da sottolineare anche l’intervento dell’ex commissario per la perimetrazione del Parco, l’architetto Pino De Dominicis:
Quanto afferma Mauro Febbo lo trovo coerente alla posizione sempre espressa dall’assessore. Quello che trovo assurdo e incoerente è stata la posizione del centrosinistra che ha voluto il Parco e nello stesso tempo è stato capace di impedirne la nascita una volta al governo della Regione.
In merito, invece, al presunto blocco dei lavori relativo alla cosiddetta Via Verde, l’assessore Febbo precisa:
“Come già fatto in occasione della visita istituzionale al fianco del Presidente Marsilio per verificare i danni dell’erosione e spiegare ai sindaci le misure che avremmo messo in campo per contrastare tale fenomeno, ribadisco che i lavori non sono in discussione visto che per far fronte a tali necessità stiamo esaminando il recupero delle economie sugli interventi in essere. Il tratto di pista ciclabile richiamato, inoltre, prosegue l’Assessore Febbo, rientra nel progetto della “Bike To Coast”, 131 km da Martinsicuro a San Salvo, interessato dalla “Ciclovia Adriatica”. Per questo intervento, ambizioso e con finanziamenti certi, lunedì 1 aprile nella seduta della giunta regionale verrà approvato il Protocollo d’Intesa con il Ministero dei Trasporti e le regioni interessate. Inoltre, entro il mese di aprile, a Pescara, presso l’Assessorato al Turismo, si riunirà il tavolo tecnico della “Ciclovia Adriatica” con la partecipazione delle regioni Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Molise e Puglia. L’attenzione per lo sviluppo della nostra costa e del suo turismo da collegare con quello delle aree interne è massima. Rassicuro, pertanto, gli amministratori e i cittadini sulla certezza dei finanziamenti e sull’impegno nell’ultimazione della pista ciclabile della Via Verde per lanciare una nuova idea di turismo, così come ho già dato rassicurazioni sulla non realizzazione del Parco Nazionale della Costa Teatina. Un progetto, per come impostato, talmente ingessante che avrebbe impedito anche la realizzazione della Via Verde stessa. D’Altronde – conclude Febbo – il PD e i “finti ambientalisti” hanno avuto a disposizione 5 anni per realizzarlo. Perché non sono riusciti nell’intento?”