Il nuovo romanzo della Di Pietrantonio per il suo Abruzzo: “L’Arminuta”, questo il titolo che in dialetto abruzzese significa “La ritornata”.
A 13 anni, da Pescara, dove viveva con la famiglia piccolo borghese che l’aveva adottata informalmente, si trova catapultata in un paesino dell’entroterra, dalla sua famiglia di origine, di cui lei non comprende neanche la lingua. A raccontare la storia di una giovane abruzzese degli anni ’70, nel libro ‘L’Arminuta’, che in dialetto locale vuol dire “la ritornata”, è la scrittrice Donatella Di Pietrantonio. Un romanzo che diventa emblema delle caratteristiche e dell’identità degli abruzzesi. Quegli stessi elementi che, a detta di molti, consentiranno all’Abruzzo di risollevarsi, dopo le emergenze terremoto e maltempo. Il vero elemento identitario presente nel libro, edito da Einaudi, è la capacità di far fronte ad ogni cosa, di rialzarsi sempre, di trovare in se stessi e negli altri le risorse per farcela. Donatella Di Pietrantonio, originaria di Arsita (Teramo) e residente a Penne (Pescara), al suo terzo romanzo, racconta una storia e con essa descrive i valori del popolo abruzzese. Se inizialmente, infatti, le sensazioni della protagonista sono quelle di smarrimento e di shock, col tempo la giovane dimostra una straordinaria resilienza e, alla fine, riesce ad affrontare la nuova situazione nel migliore dei modi. Stamani la presentazione del libro nel corso di un incontro sull’identità abruzzese, promosso dal consigliere regionale delegato alla Cultura, Luciano Monticelli, nella sede della Regione Abruzzo, a Pescara. Presenti, oltre al consigliere e all’autrice, anche Rocco D’Alfonso, ex sindaco di Penne e membro dell’ufficio di presidenza della Regione, ed il dirigente del Servizio Beni e Attività Culturali dell’ente, Francesco Tentarelli. “L’elemento forte degli abruzzesi che viene apprezzato da tutti – afferma Di Pietrantonio – è la solidarietà, la capacità di accoglienza, la volontà di aiutare il prossimo”. In un momento in cui l’Abruzzo è in ginocchio, prima per il terremoto e per l’ondata di maltempo di gennaio scorso, la scrittrice, che vive a Penne, cittadina martoriata dalle nevicate e centro dei soccorsi per l’hotel Rigopiano, si dice convinta che “i tratti caratteriali sono l’unico elemento su cui scommettere”. “Dopo i tragici avvenimenti degli ultimi mesi – sottolinea Monticelli – è il momento di reagire ripartendo da quelli che sono i punti di forza della nostra gente: dalla solidarietà alla spontanea cordialità che ci contraddistingue. Caratteristiche sofferte, spesso drammatiche, che vanno fatte emergere per far ripartire i territori”.