Pubblicate dalla Corte d’Appello dell’Aquila le motivazioni con le quali l’imprenditore Ermanio Cetrullo è stato assolto dalle accuse sulla cessione di un immobile alla Asl di Pescara, stavolta con formula piena
Rese note le motivazioni con le quali l’imprenditore Ermanio Cetrullo ha ottenuto dalla Corte d’Appello dell’Aquila l’assoluzione con la formula perché il fatto non sussiste, per le vicende legate alla compravendita del palazzo di via Rigopiano che avrebbe dovuto ospitare gli uffici amministrativi della Asl di Pescara. Cetrullo era finito sotto processo per turbata libertà degli incanti, turbata libertà nella scelta del contraente e truffa, insieme al direttore generale della Asl, Claudio D’Amario, al rup Luigi Lauriola e al tecnico Asl Vincenzo Lo Mele per un immobile che aveva acquistato a 900 mila euro e rivenduto alla Asl a 2 milioni e 800 mila euro: operazione commerciale dove non si consumò reato, secondo il giudice Villani. Ma per tornare a lavorare, l’imprenditore avrebbe dovuto ricevere l’assoluzione piena. E così, tramite il legale Luca Mirafiori, Cetrullo ha presentato ricorso in appello, nonostante l’assoluzione. La Corte aquilana, presieduta da Aldo Manfredi lo ha assolto perché il fatto non sussiste “mancando gli elementi strutturali di tutti i reati ascritti”.