In un mese soltanto 2.210 persone in Italia hanno preso il farmaco antivirale di Pfizer, Paxlovid, contro il Covid in farmacia. In Abruzzo soltanto 28 persone hanno avuto accesso a questo farmaco in farmacia
Un vero e proprio flop nei numeri quello denunciato anche dal virologo Roberto Burioni che ha parlato di burocrazia che annulla la scienza dopo l’inchiesta del giornalista Giovanni Rodriguez. I dati diffusi sono quelli ufficiali dell’Aifa. Una cosa ritenuta grave nonostante la possibilità di prescrizione da parte dei medici di famiglia e la distribuzione nelle farmacie territoriali.
In Abruzzo soltanto 28 persone hanno avuto accesso a questo farmaco in farmacia. Le regioni che ne hanno rilasciato di più sono invece Emilia Romagna, Lazio e Toscana.
Insomma il ricorso a questo antivirale che, se preso entro cinque giorni dalla comparsa dei sintomi, può prevenire il rischio di ospedalizzazione dell’80% stenta, nonostante tutto, a decollare.
A metà 2022 soltanto 20.392 persone in Italia lo hanno utilizzato a fronte di una opzione di 600mila trattamenti che si erano ipotizzati. Le cause? Sono diverse. La prima può essere la limitazione della prescrizione che si fa solo a determinati tipi di pazienti fragili quando per alcuni medici andrebbe allargata la platea dei beneficiari anche agli over 75 anche senza patologie. La seconda questione è la formazione dei medici di famiglia e dei farmacisti.
Anche i tempi sono stretti. Il farmaco incide se preso entro pochi giorni dai sintomi. Troppa burocrazia insomma e anche un po’ di timore a volte a prescrivere? Il farmaco peraltro non ha costi per gli interessati. Il protocollo sottoscritto a livello nazionale dura sino al 31 dicembre.
Per il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi, l’accordo ha comunque funzionato, come la distribuzione nelle farmacie. A limitare l’uso del farmaco anche una certa ritrosia dei pazienti. L’essenziale, dice il presidente Assofarm, è ora organizzarsi bene in vista dell’autunno e rodare il meccanismo.