Nei cassetti fiscali di contribuenti, imprese, banche e intermediari ci sono almeno 52,1 miliardi di crediti relativi a superbonus e bonus minori. In Abruzzo raggiunto il picco dei lavori al 30 maggio 2023: oltre 11mila cantieri, per un totale di investimenti ammessi a detrazione di più di 2 miliardi e con una percentuale di lavori realizzati superiore al 76% ma, al contempo, record di crediti incagliati che ormai supera gli 800 milioni di euro
L’Associazione nazionale di costruttori edili rileva che in Abruzzo ci sono oltre 800 milioni di euro incagliati nei cassetti fiscali. Si tratta per la maggior parte di crediti che fanno capo a imprese e contribuenti che hanno urgenza di liquidare le somme nel più breve tempo possibile, in modo da garantire la liquidità necessaria al proseguimento dei lavori dei cantieri aperti ed evitare il fallimento. In Abruzzo, stima l’Ance regionale, il picco dei lavori è stato raggiunto al 30 maggio 2023, con più di 11mila cantieri, per un totale di investimenti ammessi a detrazione di più di 2 miliardi e con una percentuale di lavori realizzati superiore al 76% ma, al contempo, rileviamo un record di crediti incagliati che ormai supera gli 800 milioni di euro.
La situazione si è innescata sin dal novembre 2022 con la brusca frenata, prima, e dopo con lo stop da parte di Poste, di Cassa Depositi e Prestiti e degli istituti bancari, condizionati dal raggiungimento della capienza massima dettata dalle imposte ma, soprattutto, dice Ance, “dai troppi paletti arrivati con norme di presunta lotta antifrode” che avrebbero solo ingessato un settore dove la percentuale delle truffe “è sotto al limite di un fisiologico 0,3%”. La procedura burocratica sarebbe dunque ipersevera con superbonus “supercontrollato”, tra asseverazioni multiple di soggetti terzi e puntuali documentazioni tecniche, contabili e amministrative.
“Il colpo di grazia”, dice Ace, “è arrivato con il blocco alla cessione del famigerato Decreto Legge 11 del 16 febbraio 2023 che ha vietato agli enti pubblici, con le rispettive società strumentali, la possibilità di acquisto dei crediti da bonus edilizi azzerando, in tal modo, le ultime possibilità di salvezza che si stavano concretizzando sui territori per disciplinare questa modalità di trasferimento che, in Abruzzo, avrebbe consentito di smaltire progressivamente, e in sicurezza, i crediti delle imprese locali se le Regioni, e le Asl, avessero potuto comprarli dalle banche per usarli in compensazione dei rispettivi debiti fiscali. Una soluzione a costo zero per gli enti pubblici con il vantaggio di fargli recuperare una percentuale sulle operazioni di cessione. Il governo, invece, non solo ha modificato maldestramente la disciplina del superbonus per i nuovi lavori, con regole che, comunque, sono in revisione in vista della Direttiva europea case green, ma, soprattutto, si è accanito con norme contradditorie e incoerenti sull’impianto in vigore che stava funzionando benissimo, come certificato da innumerevoli e autorevoli studi indipendenti, tra Fondazione Nazionale dei commercialisti CRESME, Nomisma, CENSIS, Luiss Business School, etc”.
E così, secondo l’associazione dei costruttori siamo arrivati al paradosso per cui i bonus, da volano di crescita sostenibile per l’economia italiana, stiano diventando causa di una vera e propria crisi sociale, oltre che economica. L’Ance chiede una soluzione efficace di livello nazionale per il disincaglio dei crediti in modo da mettere in sicurezza il sistema delle imprese e rivitalizzare la filiera.
“Da ultimo”, conclude Ance, “un doveroso riferimento al progetto di legge regionale, promosso, tra gli altri, dal presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri, inteso a promuovere l’acquisto dei crediti fiscali da bonus edilizi da parte di enti collegati alla Regione, per manifestare un apprezzamento per il chiaro intento di voler individuare anche eventuali meccanismi territoriali, seppur non nutriamo grandi aspettative perché la tematica va risolta a livello nazionale”.