I Carabinieri in 48 ore chiudono le indagini su uno dei roghi di domenica scorsa a Ortona: ad innescarlo un agricoltore che stava dando fuoco a residui di potatura sul suo oliveto: denunciato per incendio colposo
A distanza di alcune ore dai gravissimi incendi che domenica scorsa hanno devastato il patrimonio boschivo e danneggiato abitazioni, coltivazioni ed attività produttive nelle località di Ortona interessate da ben tre fronti del fuoco, i carabinieri della locale Compagnia hanno identificato l’autore che ha innescato l’incendio in località Torre Pizzis. Si tratta di un piccolo imprenditore agricolo di Ortona che domenica mattina stava bruciando i residui della potatura in corso del suo oliveto. Le fiamme, alimentate dalle forti folate di Scirocco e dalle elevate temperature si sono propagate con violenza verso Santa Lucia ed in rapida sequenza ai Saraceni per aggredire poi l’intera riserva dell’Acquabella ed i suoi ripetitori Rai e di telefonia mobile, fino a spingersi a San Donato, dove poi il fuoco a tarda sera è stato contenuto.
I militari, grazie alla preziosa collaborazione dei residenti, hanno acquisito importanti dati investigativi che hanno accertato in maniera inconfutabile come l’origine del fronte del fuoco partito da Torre Pizzis era da imputare alla violazione delle normative sia nazionali e degli enti locali che in estate vietano la bruciatura di sfalci, stoppie e residui di potature in genere. E’ emerso, chiaramente, che l’imprenditore agricolo stava bruciando i residui della potatura del suo oliveto e benché si fosse attrezzato con una piccola botte di acqua, con il sopraggiungere dello scirocco non è riuscito a gestirlo, scatenando così lo spaventoso incendio che si è propagato rapidamente nella sottostante vallata, con i lapilli che sono stati trasportati sempre più lontano dal forte vento, innescando incendi ad effetto domino per alcuni chilometri.
Circa trenta sono stati gli ettari percorsi dalle fiamme. La situazione più grave, come detto, ai Saraceni, alla riserva dell’Acquabella con i suoi ponti ripetitori, sentieri e la sottostante spiaggia che non sono più accessibili per il pericolo di crolli di alberi ovvero di ramaglia.
L’imprenditore agricolo è stato denunciato in stato di libertà alla procura della Repubblica di Chieti per il reato di incendio boschivo colposo, mentre le indagini proseguono allo stesso modo per accertare le cause degli altri due roghi che hanno interessato le località del Peticcio, di Villa Grande e dei restanti cinque incendi che hanno colpito i comuni di Fossacesia, Rocca San Giovanni, Mozzagrogna e Casalbordino.
“Lo sforzo notevole compiuto in quelle ore drammatiche da parte dei carabinieri della compagnia di Ortona con la collaborazione delle otto stazioni dipendenti ed il supporto del Nucleo Operativo e Radiomobile domenica scorsa”, si legge in una nota, “è stato fondamentale sia nel supportare le squadre dei Vigili del Fuoco sia come aiuto fisico e morale alle popolazioni colpite dalla calamità. Un impegno alquanto gravoso in quanto i fronti degli incendi distribuiti tra i comuni di Ortona, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Mozzagrogna e Casalbordino sono stati ben otto; tutti di notevoli dimensioni tanto da interessare oltre 100 ettari di vegetazione varia sia boschiva che macchia mediterranea ovvero coltivazioni ad alto fusto. Grazie ai numerosi servizi preventivi già in atto lungo la costa e le marine in favore dell’enorme mole di bagnanti che raggiunge le spiagge e le attigue aree verdi, è stato possibile intervenire su tutti i fronti in atto e contribuire a scongiurare pericoli per le persone ed evacuare i residenti nelle aree più a rischio”.