Incendio Morrone: fronte rogo sotto controllo e si spera nella pioggia. Aperta inchiesta /VIDEO

Complice la violenta ondata di caldo da ieri è tornato l’incubo degli incendi sul Morrone. Nottata di presidio dei sindaci di Sulmona e Pratola. Elicotteri in azione: aperti i Coc. Alle 5.30 di nuovo i due elicotteri in azione: qualche timore in più per il vento che sta tornando a soffiare. Trovato un punto d’innesco: la Procura di Sulmona ha aperto un fascicolo contro ignoti

La nuova inchiesta è scattata a seguito del sopralluogo svolto sul posto dal procuratore capo della Repubblica, Luciano D’Angelo e dal sostituto, Edoardo Mariotti. I primi rilievi svolti dai carabinieri forestali avrebbero portato ad individuare il punto d’innesco dell’incendio nei pressi dell’ex cava di Bagnaturo. I militari stanno inoltre cercando eventuali fototrappole collocate nella zona per ricostruire tutti i movimenti delle auto e delle persone nelle ultime ore sul bacino della zona pedemontana, ma l’operazione si annuncia abbastanza complicata. Secondo il Parco Nazionale della Maiella sarebbero almeno 500 gli ettari di bosco distrutti dalle fiamme nel solo pomeriggio di ieri. Il rogo, che si estende su un’area di ottomila metri quadrati, ha raggiunto il rifugio del Colle delle Vacche che è stato toccato dalle fiamme, ma è rimasto intatto. Al momento sono circa 50 le squadre al lavoro tra Vigili del Fuoco, Protezione Civile e unità specifiche del Parco più le forze dell’ordine che stanno presidiando il territorio e per tutta la notte hanno assicurato vigilanza nelle zone sensibili. Sono inoltre in funzione un elicottero e un canadair
che hanno effettuato diversi sganci d’acqua. L’obiettivo è quello di contenere il rogo per gestire il fronte nelle ore centrali della giornata che prevedono un rialzo delle temperature. Per le abitazioni è scattata la messa in sicurezza tramite mezzi agricoli. Chiuse due strade per ragioni di ordine pubblico.

Voli e lanci d’acqua dei due elicotteri in funzione da ieri sono ripresi all’alba, intorno alle 5.30, con l’operatività dei mezzi di soccorso sia da terra che dall’alto.  Come ci spiega Fabio Ferrante, funzionario del servizio emergenze Protezione civile regionale, sul posto da ieri pomeriggio al momento preoccupa il vento che sta pian piano riprendendo a soffiare. Tutti con gli occhi al cielo, intanto, perchè se confermata la pioggia attesa per metà pomeriggio metterebbe la parola fine ai piccoli focolai rimasti ancora attivi in alcuni punti delle coste laterali del monte. Al momento si stima in 350 ettari la vegetazione andata in fumo prevalentemente pineta e macchia mediterranea ossia la stessa andata distrutta sei anni fa.

 

 

Ferrante ci spiega che “si sta cercando di spingere i piccoli fuochi mai spenti del tutto sulla parte alta della montagna dove essendovi solo erba è garantito il risultato di spegnimento coi lanci da cielo e terra”.

In nottata è stata presidiata la zona mentre i sindaci di Sulmona, Gianfranco Di Piero e di Pratola, Antonella Di Nino, rimasti a lungo sul posto, hanno aperto i rispettivi Coc. Così come sei anni fa, l’incendio è partito dai piedi della montagna, quello abitato dall’uomo. È stato allertato il nono reggimento alpini per gli interventi da terra. Al momento tutti i punti sensibili sono presidiati. Le operazioni iniziate di nuovo domani all’alba, intorno alle 5.30, con l’operatività dei mezzi di soccorso sia da terra che dall’alto. La strada di San Pietro sarà preclusa al traffico, eccezion fatta per i residenti. Così come sarà chiusa la strada per salire al cimitero di Bagnaturo dove verranno allocate le cisterne di acqua e garantire una più facile e tempestiva presa agli elicotteri.

( le foto che vedete sono di questa mattina)

Al momento non è certo che si sia trattato di un incendio volontario e quindi doloso, ma i sospetti sono tanti. Dai primi accertamenti e riscontri sembrerebbe che, all’inizio le fiamme si siano sviluppate nei pressi di una cava di materiale inerte, a ridosso di una piccola discarica, proprio nelle vicinanze dei primi tornanti che conducono al Colle delle Vacche, quasi totalmente devastato dai roghi di sei anni fa. Si salvò miracolosamente il rifugio ma non il resto della vegetazione e degli alberi, anche di grosso fusto, che furono totalmente divorati dal fuoco. Sei anni fa l’allora procuratore Giuseppe Bellelli, ora in servizio al tribunale di Pescara, aprì un’inchiesta perché, fin dai primi momenti, fu accertato che a dare fuoco alla montagna era stato un piromane.

Nuova allerta per il Monte Morrone, la sacra montagna di Celestino V messa a dura prova ancora una volta dalle fiamme. Un vasto incendio è divampato nel pomeriggio di ieri, poco prima delle 17, nella frazione Bagnaturo di Pratola Peligna. Una colonna di fumo nera si è alzata su tutta la città, riportando alla mente l’estate di sei anni fa quando per oltre tre settimane le fiamme hanno tenuto sotto scacco il Morrone. La Procura della Repubblica aveva aperto pure un’inchiesta contro ignoti che, a distanza di anni, non ha portato a dare un nome e un volto ai responsabili. Il rogo si è sviluppato su un vasto fronte tant’è che sono intervenute diverse squadre di Vigili del Fuoco, carabinieri forestali, Protezione Civile e unità del Parco Nazionale abilitate. Sul posto sono intervenuti anche due elicotteri per effettuare sganci d’acqua. Non disponibili i Canadair dirottati per l’emergenza in Sicilia.

Da Napoli è giunto anche un elicottero  Erikson. Nel frattempo è stato istituito il COC ed il sindaco di Sulmona si è tenuto in costante contatto con il Prefetto dell’Aquila. Preoccupazione per una fabbrica di fuochi pirotecnici nella zona presidiata dai vigili del fuoco. Alcuni cittadini residenti nella Frazione di Badia si sono riversati in strada lasciando le proprie abitazioni. A preoccupare maggiormente le forti raffiche di vento che cambiando di direzione possono dirigere le fiamme verso le loro abitazioni.

Seguita con apprensione l’evoluzione della situazione.

Il servizio del Tg8