Al Tg8 il racconto di Giulio Ciccone proprietario dell’autodemolizione andata distrutta a causa dell’incendio di domenica scorsa a Pescara: “Sono a pezzi, anni di sacrifici svaniti in pochi minuti. Spero nell’aiuto delle istituzioni”.
“L’ipotesi secondo la quale l’incendio sarebbe stato innescato dalle scintille di qualche treno di passaggio è plausibile, perchè questa è una zona di rallentamento per i treni. Voglio sperare che non ci sia stata la mano di qualcuno. Fino alle 16.30 di domenica scorsa, nessun danno alla mia azienda. Eravamo qui davanti ai cancelli”. Questo il racconto al microfono del Tg8 di Giulio Ciccone proprietario dell’autodemolizione andato distrutto.
“C’erano i residenti delle case che nel frattempo erano state evacuate. All’improvviso, però, carabinieri e vigili del fuoco, che voglio ringraziare di cuore, ci hanno invitato ad allontanarci perchè la situazione sarebbe potuta diventare pericolosissima. E, infatti, dopo 3/4 minuti in pineta è scoppiato l’inferno. Sono ripassato qui dopo le 17 e la mia attività aveva preso fuoco fatta eccezione per la parte centrale completamente intatta. Il fortissimo vento ha giocato un ruolo determinante”.
“Sono a pezzi. Sacrifici di una vita in fumo. Io e mia moglie abbiamo investito tutta in questa attività che è storica perchè nata grazie a mio nonno nel 1960. Siamo 4 famiglie. Reinventarsi un altro lavoro a 50 anni è molto complicato. Spero nell’aiuto delle istituzioni attraverso un risarcimento. Nel momento in cui è divampato l’incendio, in azienda, c’erano i miei due cani rottweiler. Uno ce l’ha fatta riuscendosi a nascondere, l’altro, purtroppo, no. Per me un’enorme sconfitta”.