“Abbiamo spiegato quello che ha chiesto il magistrato”. Così Massimo Cirulli, legale di Mauro Febbo, ccapogruppo regionale di Forza Italia ed ex assessore, indagato nell’inchiesta della Procura di Pescara per corruzione in relazione alla realizzazione del polo oncologico dell’ospedale di Chieti. Febbo è stato ascoltato dal Pm Di Giovanni per oltre tre ore questa mattina in Tribunale a Pescara.
Interrogatorio fiume stamani in Procura a Pescara per l’ex assessore regionale, attuale capogruppo di Forza Italia in Regione, Mauro Febbo nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti per il Polo Oncologico di Chieti. Febbo ed il suo avvocato, Massimo Cirulli, chiamati a spiegare la provenienza di quasi 500 mila euro tra titoli e moneta trovati dalla Guardia di Finanza in cassette di sicurezza intestate alla figlia ma di esclusivo uso dello stesso Febbo. Secondo l’accusa possibile prova di tangenti ricevute dal noto imprenditore Vincenzo Marinelli per agevolare un gruppo industriale di sua fiducia per la realizzazione del Polo Oncologico. Secondo Febbo, ovviamente, no ed è per questo che ha voluto spiegare nel dettaglio al Pm Andrea Di Giovanni la provenienza di quei soldi: “Si tratta di proventi di anni ed anni di attività professionale tutti rigorosamente documentati – spiega il suo legale Massimi Cirulli -. Con Marinelli solo una sporadica amicizia tutt’altro che confidenziale. Da lui – ha poi raccontato Cirulli – solo qualche cesto a Natale nessuno dei quali, peraltro, scartato.”
Cirulli, a precisa domanda dei giornalisti presenti, ha poi voluto fare anche chiarezza sulla vicenda del Project Financing per la realizzazione del Polo Oncologico a Chieti: “La posizione di contrarietà al coinvolgimento del Gruppo Maltauro – ha spiegato Cirulli – non era dovuta ad un accordo con Marinelli per favorire un gruppo amico, ma solo ed esclusivamente perché ritenuto un progetto antieconomico per la Regione.” Cirulli ha anche precisato che è stata presentata richiesta di archiviazione per la posizione di Febbo in questa inchiesta: “Ovviamente speriamo che sia accolta anche se non nell’immediato, ma nei tempi tecnici previsti.”
“Abbiamo spiegato quello che ha chiesto il magistrato. Sul contenuto della cassetta di sicurezza del mio assistito Febbo ha chiarito trattarsi “di 225.000 euro in contanti e 275.000 euro di assegni scaduti e con post-it da restituire “.
“Ora su tutto questo” ha aggiunto Cirulli-“ci aspettiamo una richiesta di archiviazione, sicuramente non domani mattina. Certamente saranno necessari dei riscontri da parte dell’autorità investigativa. Abbiamo poi apprezzato la grande disponibilità del pubblico ministero nell’accogliere la nostra istanza. Noi siamo fiduciosi anche se non credo che le indagini si chiuderanno domattina, nemmeno nei confronti di Mauro Febbo. Sono in corso ulteriori indagini e non credo solo nei confronti di Mauro Febbo. Credo vi siano – ha detto ancora l’avvocato Massimo Cirulli – altre persone iscritte nel registro degli indagati. Sul perché Febbo sia finito in questa inchiesta le dico che le fonti di prova non le conosciamo e non le possiamo conoscere. Non conosciamo il contenuto di intercettazioni telefoniche o ambientali e qualcosa nelle intercettazioni può essere anche equivocato. Certamente non ci sono evidenze documentali contro Mauro Febbo. Anzi le evidenze documentali sono tutte a favore di Mauro Febbo”.