Inchiesta “Social Dumping”, due dei tre imprenditori teramani indagati rispondono al gip. Nei giorni scorsi i primi due indagati si erano avvalsi della facoltà di non rispondere.
Avevano scelto di non rispondere Francesco Salvatore, di Pettorano sul Gizio e Panfilo Di Meo, di Sulmona, entrambi detenuti nella casa circondariale peligna. Ieri invece due degli altri tre indagati, Giancarlo Di Bartolomeo e Massimo Di Donato, tutti teramani e detenuti a Castrogno, hanno preferito rispondere alle domande del gip. I due imprenditori hanno respinto le accuse nei loro confronti e hanno parlato di condizioni di lavoro assolutamente umane. Il terzo imprenditore Antonio D’Errico, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’inchiesta, seguita all’operazione “Social Dumping” della procura distrettuale presso il Tribunale dell’Aquila, ha scoperchiato un’organizzazione dedita al reclutamento e allo sfruttamento di flussi di manodopera provenienti dall’Est Europa e impiegati nella ricostruzione aquilana. Un sesto indagato, il rumeno Nicolae Otescu, latitante, è tornato in Romania, dove pare dispensi interviste in tv proclamandosi innocente e definendosi un benefattore.