Incidentalità stradale, dati Istat: in Italia scende il numero delle vittime rispetto al 2023, ma l’Abruzzo è in controtendenza
In Italia il numero delle vittime è sceso del 3,8%, tuttavia sono aumentati gli incidenti (+0,4%) e i feriti (+0,5%).
In Abruzzo, nel 2023, si sono verificati 2.974 incidenti stradali che hanno causato la morte di 72 persone e il ferimento di altre 4.155. Rispetto al 2022 sono aumentati il numero degli incidenti (+5,3%), i feriti (+4,5%) e le vittime (+22,0%).
Le strade più pericolose sono la statale 16 e la 17. Indice di mortalità in aumento in tutte le province, Teramo esclusa.
L’Abruzzo rispetto agli obiettivi europei
I Programmi d’azione europei per la sicurezza stradale, riferiti ai decenni 2001-2010 e 2011-2020, impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale. Per il nuovo decennio di iniziative 2021-2030 gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono l’ulteriore dimezzamento del numero di vittime e di feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di benchmark (fissato nel 2019) e il monitoraggio di specifici indicatori di prestazione, Key Performance Indicators (sui temi: infrastrutture, veicoli, infrastrutture stradali, assistenza post-incidente), che l’Italia si prepara a fornire.
Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte in Abruzzodel 53,0%, più della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2023 si registrano variazioni, rispettivamente, di -8,9% e -26,1%.Nello stesso periodo l’indice di mortalità sul territorio regionale aumenta (da 1,9 a 2,4deceduti ogni 100 incidenti) mentre quello nazionale diminuisce lievemente (da 1,9 decessi ogni 100 incidenti nel 2010 a 1,8 nel 2023).
In Abruzzo nel 2023 è anche aumentata, rispetto al 2010, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) morti in incidente stradale, attestandosi, comunque, su un valore inferiore alla media Italia (41,7% contro 47,6%).
Guardando invece agli utenti vulnerabili secondo il ruolo che essi hanno avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni), il loro peso relativo (sul totale dei deceduti) misurato nella regione si conferma inferiore a quello nazionale (44,4% contro 50,0%). Sempre tra il 2010 e il 2023l’incidenza di pedoni deceduti è diminuita in Abruzzo da 12,7%a 11,1%, mentrenel resto del Paese è aumentata da 15,1% a16,0%.
I costi sociali
Nel 2023 il costo dell’incidentalità stradale con lesioni alle persone è stimato in 17 miliardi e circa 700 milioni di euro per l’intero territorio nazionale (300 euro pro capite) e in oltre 355 milioni di euro (279,4 euro pro capite) per l’Abruzzo; la regione incide per il 2,0% sul totale nazionale.
Il rischio di incidente stradale
Tra il 2022 e il 2023 l’indice di lesività (numero di feriti ogni 100 incidenti) diminuisce da 140,8 a 139,7 mentre quello di gravità (misurato dal rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100) e l’indice di mortalità aumentano rispettivamente da 1,5 a 1,7 e da 2,1 a 2,4. L’incidentalità rimane alta lungo la costa e nei comuni capoluogo di provincia: ancora in evidenza le criticità della SS16, lungo la quale si registra il maggior numero di incidenti (83,2 decessi e 116 feriti), e delle strade SS17 eSS5, mentre gli incidenti più gravi si registrano sulla SS260-Picente dove gli indici di mortalità e di gravità raggiungono rispettivamente il valore di 100 e 33,3. L’indice di mortalità cresce nelle province di Chieti, Pescara e L’Aquila, diminuisce in quella di Teramo.
Nel 2023 il maggior numero di incidenti (1.986, il 66,8% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 21morti (29,2% del totale) e 2.611feriti (62,8%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano sulle autostrade e sulle strade urbane, mentre diminuiscono sulle altre categorie di strada. L’incremento maggiore si verifica sulle autostrade (+28,1%), seguite dalle strade urbane (+7,2%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle altre categorie di strada (5,4decessi ogni 100 incidenti)e sulle autostrade (4,4 decessi ogni 100 incidenti).
Sulle strade urbane il 47,7% dei sinistri stradali si verifica nei pressi di un rettilineo, percentuale che aumenta al 55,6%sulle strade extraurbane. In ambito urbano gli incidenti che avvengono lungo un incrocio rappresentano il 23,5% del totale, seguono quelli che si verificano nei pressi di una intersezione (13,5%), di una curva (8,7%) e di una rotatoria (4,8%). Lungo le strade extraurbane il 27,4% degli incidenti si verifica lungo una curva, il 6,1% nei pressi di un’intersezione e il 5,5% nei pressi di un incrocio.
I mesi e le ore più a rischio
Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati in Abruzzo 796 incidenti (26,8% del totale) mentre tra maggio e settembre, in coincidenza del periodo di maggiore mobilità per vacanze, se ne contano 1.408 (il 47,3%di quelli avvenuti durante l’anno), in cui hanno subito lesioni 1.975 persone (47,5%) e 26 sono decedute (36,1%). I mesi più critici sono stati agosto e luglio con rispettivamente l’11,2% e il 10,3% degli incidenti. A dicembre inoltre, si è registrato il 16,7% delle vittime della strada.
L’82,1% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8.00 e le 21.00, ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra le 3.00 e le 4.00 (8,0 morti ogni 100 incidenti) e tra le 5.00 e le 6.00(7,4 morti ogni 100 incidenti), valori molto superiori alla media giornaliera (2,4).
Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 36,3% degli incidenti notturni, il 33,3% delle vittime e il 40,2% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 4,3 decessi ogni 100 incidenti, il valore più elevato si registra il sabato notte (4,7).
Gli incidenti stradali nelle aree urbane, intermedie e periferiche
In Abruzzoil 32,7% degli incidenti stradali è concentrato nei Poli urbani. Considerando anche le Aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai Poli, si arriva al68,4% del totale. Nei comuni delle Aree interne, aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), gli incidenti rappresentano il 31,6% del totale regionale. Il numero delle vittime aumenta rispetto al 2022 nelle Aree interne (+50,0%) e nel totale dei Centri (+7,7%),mentre diminuisce nelle Aree di cintura.
L’indicatore statistico di mortalità e l’indice di gravità aumentano rispettivamente da 2,1 decessi a 2,4 decessi ogni 100 incidenti e da 1,5 a 1,7 morti ogni 100 morti e feriti. Nelle Aree interne i valori di entrambi gli indicatori rimangono critici: risultano rispettivamente pari a 3,2 e 2,1.
I comportamenti a rischio e le persone coinvolte
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (72,2%). La tipologia di incidente più frequente è lo scontro frontale-laterale (1.060 casi,7vittime e 1.584feriti), seguita dal tamponamento (509 casi, 5decessi e 809 persone ferite). La tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (12,7 decessi ogni 100 incidenti), seguono la fuoriuscita (5,8 decessi ogni 100 incidenti) e l’urto con ostacolo accidentale (4,5 decessi ogni 100 incidenti).
Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 3,6 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli(2,0decessi).
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente. I tre gruppi costituiscono complessivamente il 41,7% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 21,8%, mentre l’elevata velocità per il 13,9% e il mancato rispetto della distanza di sicurezza per l’8,8%.
Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per la classe di età 30-44 anni (9,0 per 100mila abitanti) e per quella 65+ anni (6,6 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 79,2% delle vittime e il 71,2% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate il 9,7% dei morti e il 20,9% dei feriti, i pedoni l’11,1% dei deceduti e il 7,9% dei feriti.
Il 50,0% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale e il 39,6% dei pedoni feriti appartiene alla classe di età 65+. Il tasso di lesività standardizzato è pari a 610,3 per la classe di età 15-29 anni, a 381,5 per quella 30-44 anni.
L’informazione statistica sull’incidentalità stradale è prodotta dall’Istat sulla base di una rilevazione di tutti gli incidenti stradali verificatisi sul territorio nazionale che hanno causato lesioni alle persone (morti entro il trentesimo giorno oppure feriti). Enti compartecipanti all’indagine sono l’ACI (Automobile Club d’Italia), alcune Regioni e le Province Autonome, secondo le modalità previste da Protocolli di Intesa e Convenzioni. La raccolta delle informazioni prevede la collaborazione di Organi pubblici a competenza locale (Polizia Stradale, Carabinieri, Polizia locale o municipale, Polizia provinciale e altri organismi), in relazione ai compiti assolti nei riguardi della disciplina del traffico e della circolazione.
Per proseguire l’azione di miglioramento e sensibilizzazione promossa per il decennio 2001-2010 dall’Unione europea con la predisposizione del Libro Bianco del 2001, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la Commissione europea hanno proclamato, nel 2010, un secondo decennio di iniziative per la Sicurezza Stradale 2010-2020 e di recente la nuova Agenda 2030.
L’obiettivo 2020 fissato riguardava il dimezzamento delle vittime e la riduzione del numero dei feriti gravi. Anche i nuovi obiettivi rinnovano le raccomandazioni per una ulteriore riduzione del 50% di morti e feriti gravi. Si è reso necessario stabilire, quindi, nuovi standard per una definizione univoca di lesione grave internazionalmente riconosciuta. La Commissione europea ha emanato alcune linee guida per classificare la gravità delle lesioni da incidente stradale.
Per il 2023, in Abruzzo, Basilicata, Campania, Marche, Molise, Sicilia, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste si segue il modello standard informatizzato della rilevazione: pertanto i comandi delle Polizie Municipali o Locali trasmettono all’Istat i dati informatizzati o registrano le informazioni tramite il portale Istat GINO (Gestioni Indagini On Line). L’Istat ha, invece, il compito di seguire le successive fasi dell’indagine, anche mediante operazioni di controllo quali-quantitativo supportate dalla Direzione Raccolta Dati – Servizio Raccolta dati per le statistiche demografiche, sociali e welfare.