Incidenti sul lavoro: davanti alla Prefettura di Teramo stamani il presidio di CGIL e UIL, nella giornata di mobilitazione del settore dell’Edilizia e Costruzioni. 2 ore di sciopero e manifestazioni in tutta la regione
Adesioni al 60%, in Abruzzo, per lo sciopero di due ore, a fine turno, nei settori metalmeccanico ed edile, proclamato per oggi dalla Cgil e dalla Uil dopo l’incidente avvenuto nel cantiere di Esselunga a Firenze. A rendere noti i numeri della protesta sono i due sindacati, che sottolineano come l’Abruzzo sia “la regione italiana con la più
alta incidenza di morti sul lavoro rispetto alla popolazione attiva”.
Contestualmente allo sciopero, stamani, si è svolto un presidio regionale a Teramo, davanti alla Prefettura. Oltre ai sindacati, erano presenti il presidente dell’Anci Abruzzo e sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, e il candidato presidente della Regione Abruzzo per la coalizione di centrosinistra, Luciano D’Amico. La delegazione è stata ricevuta dal Prefetto, che si è impegnato a riferire le istanze al Governo nazionale.
Il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e quello della Uil Abruzzo, Michele Lombardo, sottolineano la necessità di “imprimere un radicale cambiamento alle politiche di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, allargando la tutela dei lavoratori negli appalti e cancellando il ricorso ai subappalti a cascata, prevedendo maggiori controlli nelle filiere, eliminando il ricorso ad appalti al massimo ribasso sul costo della manodopera e della sicurezza e obbligando le aziende all’applicazione del Ccnl di riferimento”.
Nel 2023, in Abruzzo, sono stati 36 i morti sul lavoro, in aumento del 71% rispetto ai 21 del 2022. Il dato è in crescita nonostante gli infortuni siano scesi dai 15.686 del 2022 ai
12.112 dello scorso anno. Le vittime sono state 13 nelle province di Teramo e Chieti, otto in quella di Pescara e due in quella dell’Aquila. L’edilizia, con sette morti, ha fatto registrare il maggior numero di casi. “Una situazione inaccettabile”, commentano i sindacati.
“Abbiamo detto al Prefetto che i morti sul lavoro a Firenze come negli altri cantieri e nelle fabbriche – sottolineano Ranieri e Lombardo – dimostrano che la maggior parte degli incidenti sul lavoro non è dovuta alla fatalità, ma è frutto di responsabilità precise: la modifica del codice degli appalti che ha introdotto il subappalto a cascata, la mancanza strutturale di controlli ispettivi, la non applicazione dei Contratti Nazionali del settore di riferimento, la mancanza di una legge che introduca la patente a punti per le
aziende”.“Di fronte all’inerzia ed alla sottovalutazione del problema da parte del Governo nazionale (l’ultimo incontro del tavolo nazionale per la sicurezza sul lavoro con le parti sociali è stato convocato a luglio) – dicono ancora i due segretari – la Cgil e la Uil alzano i toni dello scontro accusando l’esecutivo di non adoperarsi a sufficienza per fermare le stragi. Di certo ci vorrà molto tempo per ricostruire le responsabilità oggettive e dare un nome ai colpevoli della strage di Firenze. Resta però enorme la responsabilità morale della politica per l’inadeguatezza delle leggi che regolano il lavoro e il sistema degli appalti e per non garantire il rispetto delle norme sulla sicurezza attraverso i controlli alle imprese.”
Il servizio del Tg8