Isernia insegue il referendum per tornare in Abruzzo

Ha superato il quorum necessario la richiesta di referendum popolare per il ritorno di Isernia nel territorio dell’Abruzzo

Il Comitato promotore ha comunicato che la richiesta di referendum popolare ha raccolto 5.200 firme. Giovedì 12 dicembre sarà depositata nelle mani del presidente della provincia di Isernia Daniele Saia.

La fase finale della raccolta delle firme necessarie per chiedere l’indizione di un referendum popolare arriva dopo due anni dal lancio della proposta del Comitato presieduto da Antonio Bucci.

La Provincia di Isernia, una volta ricevuta, dovrà trasmetterla alla Corte di Cassazione per il controllo di legittimità. Se la verifica verrà superata sarà indetto il referendum, limitando il voto ai cittadini della provincia di Isernia.

In caso di esito favorevole ai promotori, la palla passerà al Parlamento che dovrà disporre con una legge la riunificazione del territorio dei comuni della provincia isernina all’Abruzzo.

In sostanza una sorta di ritorno al passato, almeno parziale: fino al 1963 le due regioni erano una sola e unica entità amministrativa denominata: Abruzzi e Molise.

L’iniziativa referendaria è del “Comitato per l’aggregazione della Provincia di Isernia alla Regione Abruzzo” che per raccogliere le firme nei 52 paesi della provincia meno popolata d’Italia, sono circa 80.000 i residenti.

La provincia di Isernia è stata istituita nel 1970, distaccata dal territorio di Campobasso. Con l’annessione alla nostra regioni diventerebbe la quinta provincia dell’Abruzzo.

Secondo i firmatari della richiesta la Regione Molise non è più in grado di garantire i servizi essenziali, dalla sanità ai trasporti. A fonte di tasse ritenute alte, corrisponde una situazione debitoria notevole della stessa Regione Molise.

A lamentarsi sono anche i residenti di altri Comuni situati nella provincia di Campobasso, movimenti in tal senso per esempio si registrano da Montenero di Bisaccia. Del resto tra i vari problemi che affliggono il Molise c’è anche quello, gravosissimo, dello spopolamento, molti preferiscono andare via per trovare servizi e condizioni di vita migliori.

Resta da vedere se questo afflato fraterno dei vicini di casa sarà bene accolto dagli Abruzzesi. La politica invece sembra piuttosto contraria.

Nell’intervista rilasciata al quotidiano ‘Avvenire’ da Gian Carlo Pozzo, ex questore e componente del Comitato, emerge una possibile spiegazione:

«In Molise il rapporto tra elettori ed eletto è di 1 a 90, la metà di quello dell’Abruzzo. In pratica ogni elettore conosce davvero bene chi ha votato, e viceversa. Non voglio usare parole forti come clientelismo, ma parlerei di una sorta di fidelizzazione. Anche per questo in molti non hanno firmato la nostra proposta di referendum, magari avevano paura di offendere gli eletti».

Marina Moretti: