La Betafence di Tortoreto annuncia fondi ma solo per coprire debiti

Si è tenuto oggi a Pescara, nell’assessorato regionale al lavoro, il previsto incontro tra i sindacati Rsu, i lavoratori della Betafence di Tortoreto e la proprietà

Devono necessariamente essere tratteggiati meglio i contorni della Betafence di Tortoreto, l’azienda che produce recinzioni in metallo, interessata da un passaggio di proprietà dalla holding di appartenenza, la Praesidiad, ad un pool di banche inglesi. Il tavolo istituzionale, al quale erano presenti l’assessore allo Sviluppo economico Daniele D’Amario, i rappresentanti sindacali e quelli delle Rsu dello stabilimento, il vicepresidente di Europe Praesidiad Peter Rudd e il direttore dello stabilimento Paolo Corporente, convocato dall’assessore Pietro Quaresimale ha avuto modo di dare risposte immediate agli interrogativi che, soprattutto tra i lavoratori e i sindacati, un passaggio del genere si porta dietro, anche se dal punto di vista industriale la situazione rimane ancora sospesa.

“Il dato positivo – ha detto l’assessore Quaresimale – è che lo stabilimento di Tortoreto non subirà alcun smantellamento, timore che era tornato alla ribalta dopo le notizie del cambio di proprietà, così come è da valutare positivamente che non ci sono elementi pregiudizievoli rispetto alla situazione precedente all’acquisto. Sul fronte dello sviluppo industriale dello stabilimento non sono arrivate risposte e questo ha generato delusione soprattutto tra i lavoratori e i sindacati. Noi come istituzione abbiamo il dovere di dare risposte a questi lavoratori e alle loro famiglie che rappresentano l’anello più debole di una catena che in questo caso ha le maglie dei colossi finanziari”.

Il passaggio di proprietà, secondo quanto hanno detto i due rappresentanti aziendali, ha prodotto anche una consistente iniezione di liquidità che i nuovi proprietari hanno voluto portare in dote alla Betafence. Venticinque milioni di euro di nuove risorse che verranno indirizzate per ridurre il debito e l’impatto degli interessi passivi: una destinazione finanziaria, dunque, e non industriale come invece avrebbero voluto lavoratori e sindacali.

Ma i rappresentanti della Betafence hanno detto chiaramente che i benefici finanziari sul debito avranno riflessi anche sull’attività industriale dello stabilimento di Tortoreto, tanto che ci si sta muovendo per riportare nel proprio portafoglio vecchi clienti che erano in grado di generare commesse adeguate alla capacità produttiva del sito. Sul fronte della tutela retributiva dei lavoratori, dal tavolo è emerso che l’ombrello della cassa integrazione straordinaria scade il prossimo 22 ottobre. È poi prevista una proroga, l’ultima, al 22 aprile 2024. “Alla scadenza di quella data – aggiunge Quaresimale – si rischia di avere 97 lavoratori senza alcuna copertura salariale. È chiaro che entro quella data va costruito un percorso che dia certezze ai lavoratori. La prossima riunione, fissata per il 28 settembre, potrebbe essere il primo passo verso questa direzione: la società Betafence si è impegnata a presentare un piano che indichi l’impatto sull’attività industriale e produttiva dello stabilimento alla luce dell’operazione finanziaria di riduzione del debito e degli interessi passivi”.

La vicenda negli ultimi giorni si è arricchita di un nuovo capitolo che potrebbe avere conseguenze infauste: la notizia riguarda la Praesidiad, il fondo inglese che detiene la Betafence, è passata a un consorzio di istituti di credito. Dunque un altro cambio di proprietà che potrebbe ripercuotersi sui 98 lavoratori già in cassa integrazione fino al 2024.

La Praesidiad ha annunciato finanziamenti per 25 milioni di euro, risorse che serviranno a coprire i debiti della Betafance SpA di Tortoreto e non a sostenere nuovi investimenti. L’assessore al lavoro Pietro Quaresimale ha rimarcato la disponibilità della Regione Abruzzo a sostenere i lavoratori con varie misure, a patto che ci sia la concretezza di un piano industriale che vincoli l’azienda al territorio.

I lavoratori intanto chiedono gli ammortizzatori sociali. A ottobre scadrà la cassa integrazione ordinaria.

 “L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori ha deciso di proclamare lo sciopero – precisano i sindacati – per rivendicare la necessità di avere subito garanzie
occupazioni e produttive e per contrastare le modalità con le quali vengono effettuate scelte e comunicazioni a discapito dei dipendenti”

Marina Moretti: