La Commissione europea vuole declassare il lupo

Da animale protetto a canide tutelato: per uno dei simboli naturali dell’Abruzzo, il lupo, potrebbero arrivare tempi duri se la proposta di declassamento della Commissione europea andasse in porto

Il lupo passerebbe dalla protezione assoluta alla tutela semplice: il declassamento del suo status è stato proposto dalla Commissione europea dopo una consultazione lampo durata poco più di tre mesi.
In concreto, vuol dire passare dal divieto di cattura, uccisione e disturbo della specie a un più generico obbligo per gli Stati di mantenerlo in buono stato di conservazione. La proposta dovrà essere approvata prima dal Consiglio Ue, per essere poi esaminata dal Comitato della Convenzione di Berna sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali. Alla Convenzione aderiscono 50 Stati più l’Ue, per approvare la proposta serve la maggioranza qualificata. La Commissione è intervenuta per rispondere alla richiesta “di maggiore flessibilità” da parte delle autorità locali, ha
spiegato la presidente Ursula von der Leyen:

“Se il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa, la loro concentrazione in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame”.

Già dal mese di settembre von der Leyen si era esposta in prima persona, anche perché toccata da vicino. Oltre un anno fa infatti un lupo ha ucciso il suo pony prediletto, Dolly. Il canide, nome in codice GW950m, forte di un lungo curriculum di stragi di ovini e bovini, è finito nella lista degli abbattimenti delle autorità tedesche, ma le decisioni sono state più volte criticate dagli ambientalisti che oggi attaccano frontalmente la presidente accusandola di essere troppo accondiscendente con la sua parte politica, il Ppe, che da anni conduce una campagna per il declassamento dello status di specie protetta del lupo.

La presidente della Commissione sacrificherebbe la conservazione della specie “per il proprio tornaconto politico” secondo il Wwf. Anche Birdlife Europa insiste sulle responsabilità dirette della numero uno della Commissione parlando di “ultimo regalo di Natale di von der Leyen al gruppo Ppe e alle lobby agricole”. Gli avvocati ambientalisti di Client Earth definiscono la notizia “un triste presagio per la protezione della fauna selvatica in Europa”.
In linea con la von der Leyen è invece il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, secondo il quale è “auspicabile e doveroso per garantire la sopravvivenza di altre specie messe a rischio dall’eccessiva proliferazione di questo animale”.
Per Coldiretti infine è ora di “fermare le stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della montagna”.