L’Accademia della Crusca su schwa e asterischi

Niente più simboli nelle comunicazioni ufficiali, nel rispetto delle norme linguistiche vigenti: schwa e asterischi messi al bando dal ministro  Valditara, con una circolare che chiede di attenersi alle regole della lingua italiana per non compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale. Pierluigi Ortolano, docente di linguistica presso il dipartimento di lettere dell’Università d’Annunzio di Chieti, ha fatto chiarezza sulle indicazioni dell’Accademia della Crusca

«Su questa vicenda in passato si era già espressa l’Accademia della Crusca che aveva chiesto di non utilizzare schwa e asterischi che, se apparentemente indicano un senso di neutralità, in realtà confondono e generano problemi anche a livello fonetico, in fase di lettura», ha dichiarato il professor Ortolano. «La grammatica ha un genere maschile e un genere femminile che determinano regole che non possono cambiare.»

Evitando di entrare nel merito delle questioni legate all’inclusione, Valditara con la sua circolare ministeriale si limita a parlare di una questione puramente linguistica, ma la vicenda alimenta inevitabilmente l’ennesimo dibattito sociopolitico per l’uguaglianza dei diritti del mondo Lgbtqia+, che contempla identità di genere e orientamenti sessuali non eterosessuali e non binari.

«La lingua in questo ha fatti grandi passi avanti, adattandosi ai cambiamenti sociali», continua il professor Ortolano. «Il binomio tra la lingua e la società funziona grazie a un processo evolutivo in divenire, ma anche in virtù di un processo grammaticale che deve essere mantenuto».