L’analisi del Cresa sul benessere equo e sostenibile in Abruzzo

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L’Istat ha pubblicato lo scorso 24 novembre l’aggiornamento al 2024 dell’analisi del benessere equo e sostenibile (BES) in Abruzzo condotta attraverso l’esame di 11 domini: salute, istruzione e lavoro, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione, ricerca e creatività e qualità dei servizi.

Il Benessere equo e sostenibile è un concetto multidimensionale e pertanto richiede un ampio spettro di domini con diversi indicatori in grado di rappresentarne la complessità. Il CRESA – Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia – ha deciso di procedere step by step, approfondendo con tre CRESAInforma l’analisi dei diversi domini e di dedicare al termine un più ampio spazio (Temi e problemi) alla lettura complessiva del benessere sostenibile in Abruzzo. Si inizia focalizzando l’attenzione sui 3 ambiti: salute, istruzione e formazione, lavoro.

SALUTE
Decisamente inferiori all’Italia e al Meridione le incidenze tra i residenti in Abruzzo dei decessi per cause evitabili (19 ‱ tra 0 e 74 anni), della mortalità infantile (2,3‰ nati vivi) e per incidenti stradali (0,4‱ tra i 15 e i 34 anni) e per tumore (7,2‱ tra i 20 e i 64 anni). Al contrario, il peso tra la popolazione anziana della mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso (35,4‱) è particolarmente elevata. Valori intermedi tra i due livelli territoriali assume la speranza di vita alla nascita (83 anni). Tra le province emergono per la maggiore speranza di vita Pescara (83,5 anni) e Teramo (83,5 anni) quest’ultima è anche l’unica ad aver recuperato il valore pre pandemico. Per quanto riguarda le cause di mortalità, i migliori valori sono per la mortalità evitabile Teramo e Chieti (entrambe 17,7‱), per l’infantile Pescara (1,4 ‰), per quella da incidenti stradali Chieti e L’Aquila (0,3‱) che riporta anche le minori incidenze dei decessi da tumore (6,3‱) e da malattie del sistema nervoso (28,5‱). Rispetto al 2019 la regione mostra nell’ultimo
anno preso in considerazione un peggioramento più intenso del Meridione e dell’Italia della speranza di vita alla nascita, in aumento solo a Teramo, e andamenti migliori della mortalità per tutte le cause esaminate anche se quella evitabile è comunque in crescita in tutto il territorio regionale. L’Aquila è la provincia che riporta le più diffuse flessioni della mortalità, in diminuzione a Chieti la sola incidenza dei decessi per incidenti stradali, a  Teramo e a Pescara delle morti per tumore e demenze e malattie del sistema nervoso.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE
L’Abruzzo si caratterizza per una posizione migliore rispetto all’Italia e al Mezzogiorno per l’incidenza dei diplomati (71,2% dei residenti 25-64 anni), dei laureati (30,4% delle persone 25-39 anni), dei NEET (12,5%), per il tasso di passaggio all’università (60,9%) e per livelli inadeguati di competenza numerica (42,1%) e alfabetica (35,7%). I dati regionali sulla formazione continua (9,9%) e sulla fruizione dei servizi comunali per l’infanzia (12,7%) superano il livello meridionale ma non quello nazionale e la partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni (96,3%) è in Abruzzo superiore alla media italiana ma non a quella del Mezzogiorno. Le situazioni infraregionali sono molto diversificate ma per la maggior parte degli indicatori tutte le province si attestano su valori migliori o in linea con i nazionali e meridionale. Chieti e L’Aquila, con 7 e 6 valori su 9, presentano le maggior ricorrenze di valori peggiori dalle media nazionale: fanno eccezione, nella prima provincia, la fruizione dei servizi comunali per l’infanzia e le competenze alfabetiche e, nella seconda le competenze numeriche, la partecipazione al sistema scolastico dei bambini 4-5 anni e il passaggio all’università. Teramo riporta criticità per i titoli di studio (licenza superiore, laurea e superiori) e le competenze alfabetiche e numeriche, Pescara riporta tutti valori migliori della media regionale. Nel confronto con il 2019 l’Abruzzo mostra arretramenti lievemente inferiori a l’Italia per le competenze degli studenti di terza media e per la partecipazione al sistema scolastico dei bambini tra i 4 e i 5 anni (sulla quale pesa la forte diminuzione di Chieti e i cali meno consistenti di Pescara e Teramo) e miglioramenti in linea o migliori della media nazionale per gli altri indicatori. Rispetto ai livelli pre pandemici tutte le province peggiorano in misura simile la diffusione di inadeguate competenze numeriche e alfabetiche e vedono aumentare la quota di giovani che si iscrivono all’università (particolarmente L’Aquila e Pescara) e di bambini che usufruiscono di servizi comunali per l’infanzia.

LAVORO
Nel complesso l’Abruzzo è in una posizione di forte vantaggio rispetto al Meridione e di lieve svantaggio nel confronto con la media nazionale: i tassi di occupazione totale e di mancata partecipazione al lavoro totali (66,0% e 14,0%) e giovanili (32,7% e 27,5%) e il numero di giornate retribuite nell’anno (74,5%) si attestano su valori migliori del Mezzogiorno e lievemente inferiori o in linea all’Italia. Particolarmente elevato il tasso di infortuni mortali e inabilità permanente (14,7%, nell’ordine 4,7 p.p. e 2,7 p.p. in più del Paese e del Meridione). I migliori valori dell’occupazione e della partecipazione al lavoro si osservano nelle province di Chieti e di Teramo con quest’ultima che riporta anche i più incoraggianti risultati della componente giovanile dei due indicatori considerati ma, al tempo stesso, anche la minor quota di giornate retribuite. L’Aquila spicca per la bassa incidenza degli infortuni mortali e inabilità permanente (9,7‱). In confronto con il 2019 tutti e sei gli indicatori riportano miglioramenti anche maggiori di quelli nazionali.

Luca Pompei: